
Il solito scrittore svampito e la penna del diavolo✒️🔥
Amici, siamo di nuovo a quel punto. Quel momento in cui il mio cervello decide di spegnersi e lasciare il controllo della scrittura a una forza oscura, probabilmente un’entità malvagia annidata tra i tasti della mia tastiera o un folletto caffeinomane che vive nel mio Word.
Immaginate la scena: una battaglia epica, tensione palpabile, dialoghi taglienti… e poi, d’un tratto, rileggo la mia ultima frase:
“Giovanni, con lo sguardo feroce, strinse la presa su Malvina e… le offrì un panino.”
UN PANINO? 😳
Nel mezzo di una lotta all’ultimo sangue, lui decide di aprire una paninoteca. Ma che razza di deviazione narrativa è questa? Muna, la perfida strega, probabilmente starà ridendo dall’aldilà, e io qui, con lo sguardo perso nel vuoto, a chiedermi se il mio subconscio volesse farmi uno spoiler su cosa mangerò a pranzo ( lo spoiler l’ho regalato a voi 😉).
E non è la prima volta! Una volta un personaggio doveva scappare e invece ha “abbracciato il lampadario con passione”. Un’altra volta il mio eroe si è “defenestrato con grazia ed eleganza”.
Forse non sono io che scrivo. Forse è la penna del diavolo.
Voi avete mai avuto momenti di scrittura posseduta? Vi è mai capitato di trasformare una scena drammatica in un picnic improvvisato? Raccontatemi, vi prego. Così mi sento meno sola nel mio svampitismo cosmico.
Grazielladwan (C)
Lascia un commento