
Benvenuti su Kireh
Il mondo è finito. Ma il fumetto è appena iniziato.
Eko non è un eroe.
È un robot. Un rottame. Una scintilla di sarcasmo dispersa tra le rovine.
Cammina su un pianeta morto, parlando poco, pensando troppo.
Cerca un portale leggendario.
Trova alieni che adorano i tostapane.
Questa è la sua storia.
O meglio: è l’inizio di qualcosa che somiglia a una storia, ma ha le cerniere allentate e ogni tanto cigola.
Cos’è EKO – Ultimi figli di un pianeta morto?
È un fumetto di fantascienza, o almeno ci prova.
È una serie a episodi.
È una scusa per mettere insieme apocalisse, tecnologia e un po’ di umorismo sbagliato nel posto giusto.
Perfetto da leggere sul tram, in pausa, o quando hai bisogno di qualcosa che ti faccia dire “ok, almeno non sono questo robot”.
Per chi è?
Per chi ama la fantascienza con i bulloni fuori posto. Per chi ride anche quando c’è da piangere (e viceversa). Per chi si è chiesto almeno una volta cosa farebbe un androide con l’ansia esistenziale.
Cosa vi propongo?
Episodi brevi, disegni strani, battute discutibili.
Un pianeta senza speranza, ma con ottime luci drammatiche.
E un protagonista che si ostina a cercare qualcosa di più, anche se non sa cosa.
Io sono Graziella (o chiunque io stia fingendo di essere oggi), e questo è il mio nuovo esperimento narrativo.
Benvenutə in questo caos scintillante.
EKO inizia qui.
E no, non abbiamo nemmeno un manuale.
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EPISODIO 1
Questo primo episodio introduce il tono della serie: un mondo malinconico e surreale, visto attraverso gli occhi (uno solo, giallo e luminoso) di un robot che ha più domande che risposte.
Il diario nella pulvore è il primo indizio concreto verso qualcosa di più grande: un portale misterioso, una catastrofe passata, e la possibilità – remota – di capire cosa sia andato storto.
Ma come sempre in EKO, tra apocalissi e verità perdute… c’è spazio per una battuta.

Grazielladwan (C)
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