Mondi Paralleli
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Anthea si rese conto che lo Scambiatore, una volta compiuto il suo ultimo viaggio, aveva cessato di funzionare. Il meccanismo si bloccò, come se il suo scopo fosse stato esaurito. Tentò più volte di attivarlo, puntando la ghiera o facendo girare la lancetta, ma nessun portale si aprì. Con un sospiro, capì che il suo
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Anthea, con il bambino tra le braccia, camminava lungo il sentiero di terra battuta che conduceva alla sua casa sulla Terra. Il cielo era limpido, ma dentro di lei c’era solo confusione. La Terra non era la casa del bambino, in realtà un anziano. Doveva riportarlo sul mondo Bambino, ma lo Scambiatore non si sarebbe
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Anthea, determinata a porre fine all’oppressione dei Krogan, puntò la lancetta dello Scambiatore e si ritrovò di nuovo sul pianeta minerario. Questa volta, però, non c’era più tempo per piani elaborati o esitazioni. Le miniere si estendevano a perdita d’occhio, e il cielo sopra di lei era ancora più opprimente, come se l’aria stessa fosse
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Anthea, con il comunicatore stretto nella mano, attendeva le istruzioni di Jonathan mentre il suono incessante dei martelli e dei picconi continuava a rimbombare nelle miniere. Le sue orecchie captavano ogni minimo rumore, cercando di non attirare l’attenzione delle guardie Krogan. Jonathan, dall’altra parte del comunicatore, studiava febbrilmente il funzionamento dell’energia dei portali. “Anthea, ho
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Anthea si trovava in un mondo che sfidava ogni logica naturale. Qui, gli individui nascevano anziani, con rughe profonde e movimenti lenti. Solo crescendo, ringiovanivano, diventando bambini pieni di energia e curiosità prima di raggiungere una forma di purezza infantile, il momento più prezioso della loro esistenza. Tuttavia, questo mondo idilliaco era diventato un incubo
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Anthea si trovava in ginocchio, con le mani premute sulle orecchie, ma era inutile. I suoni la attraversavano come onde impetuose, penetrando non solo il suo udito, ma ogni cellula del suo corpo. Ogni cosa vibrava in questo mondo. Persino l’aria era densa di una musica caotica e discordante, come se la realtà stessa stesse
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Anthea si sedette al tavolo della cucina, il battito del cuore ancora leggermente accelerato dal viaggio appena concluso. Aveva smosso la ghiera dello Scambiatore e, con un leggero sussulto, si era ritrovata di nuovo nel suo appartamento. La familiarità della stanza le offriva un senso di sicurezza che durava sempre troppo poco. Si massaggiò le
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Anthea si trovava in piedi su una sporgenza rocciosa, osservando il vasto panorama di montagne che si stendevano sotto di lei. Lo scambiatore di mondi l’aveva portata in una nuova dimensione, diversa da un mondo sconosciuto. Questa volta, Anthea, aveva la sensazione di conoscere la storia di questa dimensione. Quelle non erano montagne normali, bensì
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Anthea emerse dal portale con un leggero balzo, ritrovandosi in un paesaggio che toglieva il fiato. Davanti a lei si estendeva un vasto altopiano verdeggiante, costellato di fiori dai colori vividi, ma ciò che catturò immediatamente la sua attenzione furono le cascate. Si riversavano dalle rocce in alte colonne liquide, ognuna accompagnata da una melodia