Se potessi bandire permanentemente una parola dall’uso generale, quale sarebbe? Perché?

L’avverbio: ONESTAMENTE.
In un mondo dove le parole fluttuano nell’etere come farfalle, c’è un termine che, onestamente, ha fatto il suo tempo: “onestamente”. Sì, proprio lui, l’avverbio che si pone all’inizio, al centro o alla fine delle frasi con la grazia di un elefante in una cristalleria. Ma perché, vi chiederete? La risposta è semplice quanto sorprendente: perché, onestamente, quando lo usiamo, onesti non sembriamo.
Da tempo immemore, “onestamente” è stato il cavallo di battaglia di chiunque volesse aggiungere un tocco di sincerità alle proprie parole. “Onestamente, non era il mio intento.” “Onestamente, penso che tu abbia ragione.” Frasi che, a un orecchio distratto, suonerebbero come il preludio a una confessione sincera. Eppure, questo avverbio ha cominciato a perdere il suo lustro, diventando più un campanello d’allarme che un segnale di trasparenza.
Un recente studio condotto dall’Istituto di Linguistica Comportamentale (che esiste solo in questo articolo, onestamente) ha dimostrato che l’uso dell’avverbio “onestamente” precede spesso affermazioni che… beh, mettiamo che la loro onestà potrebbe essere messa in discussione. Come se non bastasse, quando qualcuno ci dice “onestamente”, il nostro cervello inizia subito a chiedersi: “Ma perché, fino ad ora cosa mi stavi raccontando? Bugie?”
Di fronte a questa crisi di fiducia, un gruppo di linguisti, filosofi e comici, soprattutto questi ultimi (perché, onestamente, chi meglio di loro può affrontare questa sfida?) ha proposto una soluzione radicale: abolire l’uso di “onestamente” dalla lingua italiana. E non solo per ridurre la diffidenza nelle conversazioni, ma anche per dare una svolta creativa al modo in cui esprimiamo sincerità.
Immaginiamo un mondo dove, invece di dire “onestamente”, ci si impegna a trovare modi più originali e meno sospetti per esprimere la propria verità. “Con il cuore in mano, penso che tu abbia ragione.” “Guardandoti negli occhi, non era il mio intento.” Non solo eviteremmo il rischio di suonare involontariamente falsi, ma daremmo anche nuova vita al nostro vocabolario emotivo.
In conclusione, sebbene l’idea di abolire “onestamente” possa sembrare drastica, forse è proprio quello di cui abbiamo bisogno per riscoprire il vero significato dell’onestà. Dopotutto, in un’epoca in cui le parole sono così facilmente manipolate, trovare modi più autentici per comunicare potrebbe essere la chiave per relazioni più sincere. E onestamente, non sarebbe una cosa meravigliosa?
Grazielladwan
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