
Oggi si celebra il “Dante Dì”, un giorno dedicato alla commemorazione e celebrazione di Dante Alighieri, il sommo poeta. Questo giorno speciale è stato istituito per onorare il contributo inestimabile di Dante alla cultura, alla lingua italiana e alla letteratura mondiale. Il “Dante Dì” cade il 25 marzo, una data simbolica che gli studiosi identificano come l’inizio del viaggio ultraterreno narrato nella “Divina Commedia”.
Dante Alighieri, spesso semplicemente chiamato Dante, visse tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. La sua “Commedia”, scritta in volgare fiorentino, è considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale e un pilastro della lingua italiana moderna. Attraverso la narrazione del viaggio di Dante tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, l’opera esplora temi universali come la giustizia, la redenzione, l’amore, la politica e la conoscenza umana, offrendo al contempo una riflessione profonda sulla condizione umana.
La scelta del 25 marzo come “Dante Dì” non è casuale. Secondo gli studi danteschi, questa data corrisponderebbe all’inizio del viaggio nell’aldilà descritto nella “Divina Commedia”, avviato nel 1300, anno giubilare. Inoltre, il 25 marzo cade poco dopo l’equinozio di primavera, simbolo di rinascita e nuovo inizio, temi profondamente radicati nell’opera di Dante.
Il “Dante Dì” è stato ufficialmente riconosciuto dal governo italiano come giorno nazionale dedicato a Dante Alighieri, con l’obiettivo di promuovere la sua figura e le sue opere. In questo giorno, in tutta Italia e nel mondo, si svolgono eventi, letture pubbliche della “Divina Commedia”, mostre, conferenze e attività educative rivolte a studenti di tutte le età. L’intenzione è quella di avvicinare un pubblico sempre più vasto all’opera di Dante, sottolineando la sua attualità e il suo impatto sulla cultura globale.
Celebrare il “Dante Dì” significa quindi riconoscere l’importanza di Dante Alighieri come pilastro della letteratura mondiale e figura chiave nella formazione dell’identità culturale italiana. È un’occasione per riflettere sui temi universali trattati nella sua opera e sulla capacità della letteratura di attraversare i secoli, parlando alle generazioni future con la stessa forza emotiva e intellettuale di quando fu scritta.
La cronologia del viaggio:

Inferno
Il viaggio di Dante inizia nella notte tra il Giovedì Santo e il Venerdì Santo: sono le sette del mattino del Sabato Santo del 1300, 9 aprile. L’anno è confermato da Purgatorio II, 98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso.
Dante si ritrova in una selva oscura, simbolo della sua perdita spirituale e morale. Dopo aver incontrato tre bestie feroci che lo bloccano dal procedere, viene soccorso dal poeta romano Virgilio, che gli serve da guida. Virgilio è stato inviato da Beatrice, simbolo della salvezza divina, per condurre Dante attraverso Inferno e Purgatorio. L’Inferno, descritto come un grande abisso conico che si estende fino al centro della Terra, è diviso in nove cerchi, ognuno dei quali punisce peccati di crescente gravità. Dante e Virgilio attraversano questi cerchi, incontrando anime dannate e ascoltando le loro storie, fino a raggiungere Lucifero, al centro della Terra. Questa parte dell’opera è caratterizzata dalla descrizione dettagliata dei castighi che riflettono il principio della contrappasso, ovvero la punizione che simboleggia e rispecchia la natura del peccato commesso.

Purgatorio
Dopo essere usciti dall’Inferno, Dante e Virgilio arrivano sull’Isola del Purgatorio all’alba del giorno dopo la Pasqua. Il Purgatorio è rappresentato come una montagna che si eleva dall’emisfero opposto a quello dell’Inferno, e su cui le anime purgano i loro peccati per prepararsi all’ingresso in Paradiso. È diviso in sette cornici, ognuna dedicata alla purificazione di un peccato capitale. Salendo la montagna, Dante incontra anime che si pentono e ascolta le loro lezioni di virtù. Al termine del Purgatorio, Dante incontra Beatrice, che sostituisce Virgilio come sua guida, poiché Virgilio, simbolo della ragione umana, non può entrare in Paradiso.

Paradiso
Beatrice guida Dante attraverso i nove cieli del Paradiso, che corrispondono ai nove ordini degli angeli e sono associati a corpi celesti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse, Primo Mobile). Ogni cielo è abitato dalle anime dei beati, che godono della presenza divina in misura crescente. La visione di Dante si fa sempre più chiara man mano che si eleva, simboleggiando il suo avvicinamento a Dio e la comprensione delle verità celesti. La conclusione del viaggio avviene nel cielo dell’Empireo, dove Dante ha la visione della Rosa Celeste e, infine, dell’essenza di Dio, una luce che simboleggia l’amore divino che muove tutto l’universo. Questo momento culminante riflette l’ascesa spirituale e intellettuale di Dante, che ritorna sulla Terra arricchito di una nuova comprensione della realtà celeste e terrena.
La “Divina Commedia” si conclude con Dante che ritorna alla Terra, pronto a trascrivere la sua esperienza ultraterrena in versi. L’opera, strutturata in tre cantiche di 33 canti ciascuna (più un canto introduttivo nell’Inferno), non solo rappresenta un viaggio attraverso l’aldilà, ma anche un percorso di redenzione, conoscenza e illuminazione spirituale.
L’aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio nel “Trattatello in laude di Dante”, scritto tra il 1357 e il 1362, e stampato nel 1477.
Grazielladwan
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