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La teoria del tempo fantasma è una proposta controversa e ampiamente criticata che suggerisce che una porzione di storia, in particolare del Medioevo europeo, non sia mai realmente accaduta e che ci sia stata una falsificazione cronologica su larga scala.

Questa teoria è stata principalmente promossa da Heribert Illig nel 1991.

Secondo Illig, circa 297 anni tra il 614 e il 911 d.C. non sono mai esistiti; questo periodo sarebbe stato inventato attraverso la modifica dei documenti storici e dei calendari per vari motivi politici e ideologici.

La teoria si basa su diverse osservazioni e presupposti, tra cui la scarsità di prove archeologiche e documentarie per quel periodo, le incongruenze nelle cronologie storiche, e le difficoltà di calibrazione del calendario. Illig ha sostenuto che l’aggiustamento del calendario da Giuliano a Gregoriano, che ha corretto un errore accumulato nel calcolo dell’anno solare, sarebbe stata l’occasione per “inserire” questi anni inesistenti nella storia.

Critiche e confutazioni sono state sollevate contro la teoria del tempo fantasma da storici, archeologi e scienziati. Le principali obiezioni riguardano l’abbondanza di documenti contemporanei, reperti archeologici e registrazioni astronomiche che confermano l’esistenza di quel periodo. Inoltre, la teoria non tiene conto del fatto che eventi storici documentati in quel periodo in Europa possono essere correlati a quelli in altre parti del mondo, come in Asia e nel mondo islamico, dove le cronologie sono ben consolidate e indipendenti da quelle europee.

In conclusione, mentre la teoria del tempo fantasma solleva interrogativi intriganti sulla nostra comprensione della storia e della cronologia, la stragrande maggioranza degli studiosi la considera priva di fondamento e non supportata da prove convincenti. La storia, con tutte le sue complessità e sfumature, è stata ricostruita attraverso un’ampia gamma di fonti che, nel complesso, forniscono una narrazione coerente e affidabile del passato.

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