
Filippo Bernardini: Il Mistero del Ladro di Manoscritti
Filippo Bernardini, un italiano che lavorava nel settore editoriale, è diventato tristemente noto per aver orchestrato uno dei più singolari crimini letterari degli ultimi tempi. Utilizzando un ingegnoso stratagemma basato su tecniche di ingegneria sociale e phishing, Bernardini è riuscito a rubare centinaia di manoscritti inediti da alcuni dei più grandi autori del mondo.
Originario di Terni e residente a Londra, Bernardini aveva una posizione che gli permetteva di comprendere intimamente il funzionamento interno dell’industria editoriale. La sua carriera lo aveva dotato delle conoscenze necessarie per manipolare le comunicazioni digitali a suo vantaggio. Creava indirizzi email che imitavano quelli legittimi delle case editrici, spesso cambiando solo una lettera o un simbolo, rendendo estremamente difficile per le vittime riconoscere l’inganno.
Le vittime di Bernardini erano prevalentemente autori, editor e agenti letterari. Attraverso le email fasulle, chiedeva copie dei manoscritti per motivi che sembravano legittimi, come la revisione o la promozione. Gli autori, convinti di essere in contatto con i loro editori di fiducia, spesso inviavano i loro lavori senza sospettare la truffa.
Il sistema di Bernardini è crollato quando è stato arrestato nel gennaio 2022, segnando la fine di una serie di furti che durava da anni. L’arresto ha suscitato un’ampia eco nei media, mettendo in luce le vulnerabilità del settore editoriale alla criminalità informatica. La comunità letteraria è stata scossa da questa vicenda, che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei dati e sulla protezione della proprietà intellettuale.
Una delle questioni più intriganti di questo caso è il motivo dietro i furti. Nonostante l’enorme quantità di materiali rubati, non vi sono prove che Bernardini abbia cercato di venderli. Questo ha portato a speculazioni che il suo fosse un atto mosso più dalla passione per la letteratura o da una qualche forma di ossessione, piuttosto che dal guadagno finanziario.
Il caso di Filippo Bernardini è un monito per l’industria editoriale sulla necessità di rafforzare le misure di sicurezza informatica. Allo stesso tempo, pone riflettori su un crimine insolito, alimentato da un mix di tecnologia e un profondo inganno personale, che rimarrà nei racconti dell’industria come un esempio sinistro di quanto le parole, anche quelle non ancora pubblicate, siano preziose e vulnerabili.
Questo caso resta uno degli esempi più peculiari di crimine nel settore letterario, evidenziando come la tecnologia moderna possa essere utilizzata tanto per creare quanto per sottrarre.
Arrestato dall’FBI, se l’è cavata con una multa di 88000$.
Tra gli autori letti indebitamente, il più sincero è stato lo scrittore James Hannaham. Ha cominciato con la frase di rito delle vittime – “mi sono sentito violato” – e poi ha aggiunto che “nessuno deve sapere come scrivo male nella prima stesura di un mio romanzo”.
Grazielladwan
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