IL PAPIRO GIURIDICO DI TORINO, LA CONGIURA DEL HAREM E LA MUMMIA URLANTE.

Museo Egizio di Torino

Il Papiro Giuridico di Torino (Papiro Torino 1887) è famoso per il suo racconto dettagliato della cosiddetta “Congiura del Harem”, un tentativo di assassinio del faraone Ramses III. Scritto durante il regno del successore di Ramses III, Ramses IV, questo documento offre un resoconto giuridico del processo ai cospiratori.

Contesto della Congiura:

La cospirazione si sviluppò all’interno del harem reale a Medinet Habu, dove una delle mogli secondarie del faraone, la regina Tiye, desiderava che suo figlio, Pentawere, ascendesse al trono al posto del legittimo erede, Ramses IV. La regina organizzò un complotto con altri membri del harem e alcuni ufficiali dell’esercito e funzionari del palazzo.

Il complotto prevedeva l’uso di magia nera e l’assassinio fisico del faraone durante una delle festività religiose, in cui gli intrighi e i movimenti all’interno del palazzo sarebbero stati meno sospetti. Tuttavia, il piano venne scoperto e seguito da un’indagine approfondita e un processo.

Il Processo:

Il processo ai cospiratori è dettagliatamente descritto nel papiro, che elenca le testimonianze, le prove raccolte e le sentenze emesse. Molti degli accusati furono condannati a morte o a suicidarsi, una pratica che permetteva di preservare l’onore della famiglia. Il papiro registra anche la tortura di alcuni imputati per ottenere confessioni e il tentativo di salvaguardare l’ordine dinastico e la stabilità politica.

Importanza Storica:

Il Papiro Giuridico di Torino è una fonte inestimabile per comprendere le dinamiche interne e la politica dell’epoca di Ramses III. Offre una visione dettagliata delle procedure legali dell’antico Egitto, soprattutto in casi di alto tradimento, mostrando una società che, nonostante la distanza temporale, gestiva già complesse questioni giuridiche e politiche.

Questo documento non solo evidenzia l’uso della legge per gestire il crimine e la cospirazione, ma mostra anche la portata e l’influenza della magia e della religione nella vita quotidiana e nelle pratiche giuridiche dell’antico Egitto.

LA MUMMIA URLANTE

La cosiddetta “mummia urlante” è un affascinante e inquietante reperto archeologico, formalmente identificato come “Mummia Sconosciuta B” o “Mummia dell’uomo sconosciuto E”, ospitata nel Museo Egizio del Cairo. Questa mummia è famosa per l’espressione facciale eterna di terrore, con la bocca aperta in quello che sembra un urlo silenzioso.

La mummia fu scoperta nel 1886 vicino a Deir el-Bahari, in una tomba non contrassegnata, insieme ad altre mummie, compresa quella di Ramses III. La mancanza di iscrizioni e l’uso insolito di pelli di pecora, considerate impure nell’antico Egitto, indicano che la persona era stata punita con l’ostracismo anche nell’aldilà.

Una delle teorie più affascinanti riguardo all’identità della “mummia urlante” è che potrebbe trattarsi di Pentawere, uno dei cospiratori della già citata Congiura del Harem contro Ramses III. Pentawere era il figlio della regina Tiye e fu accusato di essere uno dei principali cospiratori nell’assassinio di suo padre. Documenti storici, come il Papiro Giudiziario di Torino, suggeriscono che Pentawere fu costretto al suicidio come punizione per il suo ruolo nella congiura.

Studi recenti, inclusi esami radiologici e analisi del DNA, hanno tentato di confermare se la mummia fosse effettivamente Pentawere. Sebbene le prove siano ancora in parte inconcludenti, alcuni segni, come la presunta presenza di un cordone intorno al collo della mummia, suggeriscono che la morte possa essere stata causata da impiccagione, coerente con la narrazione storica del suicidio forzato.

La “mummia urlante” continua a catturare l’immaginazione di storici, archeologi e pubblico per il suo aspetto disturbante e la storia potenzialmente tragica che rappresenta. Essa offre uno sguardo unico e emotivamente potente sulle pratiche funerarie egizie e sulle conseguenze estreme della giustizia e della punizione nell’antico Egitto.

In definitiva, questa mummia rimane uno dei misteri più affascinanti e macabri dell’archeologia egizia, simbolo delle intricate dinamiche di potere e delle credenze culturali di una delle civiltà più studiate della storia.

Grazielladwan

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