IL GRANDE TORINO

Il 4 maggio rappresenta una data incisa profondamente nel cuore di tutti gli appassionati di calcio e, in particolare, dei tifosi del Torino. È il giorno in cui si commemora la tragedia di Superga, un evento che ha segnato non solo la storia dello sport, ma anche quella dell’Italia intera.

Il pomeriggio del 4 maggio 1949, il Fiat G.212, un aereo di linea tri-motore, stava trasportando la squadra del Grande Torino di ritorno da una partita amichevole contro il Benfica in Portogallo. Mentre si avvicinava all’aeroporto di Torino in condizioni di nebbia, l’aereo si schiantò contro il muro posteriore della Basilica di Superga, situata sulle colline che dominano la città. Tutte le 31 persone a bordo perirono, incluse 18 giocatori del Torino, membri dello staff, giornalisti e l’equipaggio.

La tragedia colpì un club che era all’apice del successo. Il Grande Torino era considerato uno dei migliori team del mondo in quel periodo, avendo vinto cinque titoli consecutivi di Serie A tra il 1943 e il 1949. Questo squadrone non solo dominava il calcio italiano, ma forniva anche la spina dorsale della nazionale italiana, con molti dei suoi giocatori regolarmente convocati in squadra.

La perdita fu devastante. La città di Torino si fermò, mentre migliaia di persone si riversarono per le strade in un silenzio carico di dolore durante il funerale delle vittime. Le bandiere furono messe a mezz’asta e il lutto nazionale fu dichiarato.

Oggi, il ricordo della squadra del Grande Torino vive non solo nei cuori dei tifosi del Torino FC, ma anche in quelli di tutti gli sportivi che riconoscono il loro impatto sul calcio italiano e internazionale. La Basilica di Superga e il luogo dell’incidente sono diventati luoghi di pellegrinaggio, dove ogni anno, in questo giorno, si svolgono cerimonie per onorare la memoria di questi giocatori leggendari.

La storia del Grande Torino è una testimonianza della passione e dell’impegno che caratterizzano lo sport. La loro eredità trascende la tragedia, celebrando lo spirito di una squadra che, nonostante tutto, continua a ispirare generazioni di calciatori e tifosi. Con ogni anniversario, ci ricordiamo non solo della loro morte, ma anche del modo in cui hanno vissuto: con coraggio, talento e un’incredibile dedizione al gioco del calcio.

Sauro Tomá

Il ricordo di Sauro Tomá, unico superstite del Grande Torino, è un esempio di come la memoria di questa squadra leggendaria continua a vivere nelle storie personali di coloro, come me, che lo hanno conosciuto. Tomá, che non era a bordo dell’aereo a causa di un infortunio, ha vissuto il peso della sopravvivenza e ha continuato a portare avanti l’eredità dei suoi compagni di squadra per il resto della sua vita.

Dopo aver concluso la sua carriera nel calcio, Tomá ha gestito un’edicola in corso Unione Sovietica a Torino, diventando un punto di riferimento non solo per i tifosi del Torino, ma anche per i residenti locali. La sua edicola è diventata un luogo dove le generazioni di torinesi, come me hanno avuto l’opportunità di incontrarlo e di sentire le sue storie, creando un legame personale con la storia del Grande Torino.

Acquistare “Topolino” dall’edicola di Tomá non era solo un’azione quotidiana di consumo, ma anche un momento di connessione personale con una figura storica del calcio italiano. Ogni fumetto acquistato da lui non era solo un articolo da leggere, ma anche un pezzo di storia condiviso. È stato un onore per me, essere cresciuta con la sua vicinanza.

Questi momenti di interazione quotidiana con Tomá hanno aiutato a mantenere viva la memoria del Grande Torino in modo tangibile e personale, permettendo alla leggenda di trasmettersi da una generazione all’altra. Oggi, il ricordo di Tomá e dei suoi compagni di squadra rimane un simbolo potente di resilienza e di legame comunitario nella città di Torino.

Ciao Sauro, ti ho voluto bene!

Grazielladwan

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