LO SCAMBIATORE DI MONDI: UNA NUOVA SQUADRA

Immagine creata con IA

Anthea si sedette al tavolo della cucina, il battito del cuore ancora leggermente accelerato dal viaggio appena concluso. Aveva smosso la ghiera dello Scambiatore e, con un leggero sussulto, si era ritrovata di nuovo nel suo appartamento. La familiarità della stanza le offriva un senso di sicurezza che durava sempre troppo poco. Si massaggiò le tempie, provando a ordinare i pensieri. Il campanello suonò, facendola sobbalzare. Non aspettava nessuno.

Aprì la porta con un misto di curiosità e apprensione. Jonathan Hayes era lì, in piedi, con un’espressione di lieve preoccupazione.

“Jonathan?” disse Anthea, sorpresa.

“Sì, sono io,” rispose lui con una voce calma ma determinata. “Non potevo semplicemente ignorare ciò che mi hai raccontato. Dovevo vedere con i miei occhi… lo Scambiatore.”

Anthea rimase immobile per qualche secondo, il peso del dispositivo che portava con sé sembrava improvvisamente più gravoso. “Non dovresti essere qui. Questo è… pericoloso,” mormorò lei.

Jonathan fece un passo avanti, le mani nelle tasche del suo cappotto lungo. “Non mi sono mai tirato indietro davanti a qualcosa di pericoloso, lo sai. E questa è la scoperta del secolo. Forse dell’intero universo.” La sua voce era misurata, ma nei suoi occhi brillava un interesse vivo, quasi ossessivo.

Anthea sospirò, sapeva che non avrebbe mai potuto dissuaderlo una volta che si fosse interessato a qualcosa. “Entra, allora.”

Si sedettero al tavolo della cucina, Jonathan osservava attentamente ogni angolo della stanza come se cercasse di individuare il dispositivo. “Dove lo tieni?”

Anthea si morse il labbro, incerta. “Non è qualcosa da maneggiare alla leggera,” spiegò. “Non capisci cosa significhi veramente… ogni volta che lo uso, c’è una nuova incognita. Non so mai cosa troverò dall’altra parte.”

“Ma funziona, giusto? Viaggi tra mondi paralleli, diversi dalla nostra realtà.” La voce di Jonathan era carica di entusiasmo, la sua mente stava già formulando teorie e calcoli. “Ma come? È un sistema di coordinate spazio-temporali o sfrutta qualche forma di energia oscura?”

Anthea si strinse le spalle, quasi a proteggersi dall’inarrestabile ondata di domande. “Non lo so davvero. Lo Scambiatore sembra… reagire a qualcosa dentro di me, come se fosse più una questione di connessione mentale che di scienza.”

Jonathan si appoggiò allo schienale della sedia, riflettendo. “Quindi pensi che tu sia in qualche modo… sintonizzata con questi mondi?”

“È l’unica spiegazione che ho,” ammise lei, il tono della sua voce segnato dall’incertezza. “Non sono sicura di come funzioni, ma ogni volta che sposto la ghiera, apro un portale verso un nuovo mondo.”

Jonathan rimase in silenzio per un momento, poi si sporse verso di lei, con uno sguardo indagatore. “Posso vederlo? Lo Scambiatore, intendo.”

Anthea esitò, la sua mente affollata da dubbi. Fino a quel momento, lo Scambiatore era stato solo suo, un fardello e un dono che doveva affrontare da sola. Ma Jonathan era lì, determinato e disposto a tutto pur di comprendere l’ignoto.

Alla fine, con un respiro profondo, tirò fuori lo Scambiatore da sotto il suo cappotto. Il dispositivo, piccolo ma complesso, scintillava sotto la luce fioca della cucina. Jonathan lo fissò, affascinato. “È straordinario,” sussurrò, quasi come se avesse paura di interrompere la magia del momento.

Allungò una mano, ma si fermò prima di toccarlo, guardando Anthea per chiedere il permesso. Lei annuì debolmente.

“Non ho mai visto nulla di simile,” disse lui, gli occhi che correvano lungo ogni dettaglio del meccanismo. “Potrei studiarlo… scoprire di più. Forse migliorare la tua comprensione di ciò che fa esattamente.”

Anthea scosse la testa, con una certa riluttanza. “Jonathan, non puoi. Non è una semplice macchina, c’è qualcosa di molto più profondo… e pericoloso.”

Lui le lanciò uno sguardo sicuro, determinato. “Ma è proprio per questo che dovresti lasciarmi aiutare. Se la scienza può contribuire a comprendere questi mondi, potremmo trovare un modo per renderli più stabili, per evitare disastri come quello a Lemuria.”

Anthea lo fissò a lungo, combattuta tra il desiderio di proteggere Jonathan e quello di avere finalmente un alleato in questa missione impossibile. “E cosa farai? Verrò io a cercarti ogni volta che avrò bisogno?”

Jonathan scosse la testa con un mezzo sorriso. “Ho pensato a questo.” Estrasse dalla tasca un dispositivo piccolo e liscio, simile a uno smartphone, ma con una tecnologia che sembrava molto più avanzata. “È un sistema di comunicazione sicuro. Puoi contattarmi ovunque ti trovi, anche tra i mondi. Non solo ci possiamo parlare, ma ci possiamo anche vedere.” Gli occhi di Jonathan brillavano di orgoglio mentre glielo porgeva. “Così potremo collaborare, io da qui e tu… in viaggio.”

Anthea lo prese con esitazione, studiando il dispositivo. “E se finisco in un mondo dove la tecnologia non esiste? Potrebbe non funzionare.”

Jonathan annuì. “C’è il rischio, ma ho integrato una fonte energetica autonoma e un sistema di connessione basato su segnali quantistici. Dovrebbe attraversare le barriere che separano i mondi.”

Anthea fissò il dispositivo per un momento, prima di alzare lo sguardo su di lui. “Non posso chiederti di farlo, Jonathan. È già abbastanza rischioso per me. Non so cosa potrebbe succedere a te.”

Jonathan le sorrise. “Non mi stai chiedendo nulla. Sono io che mi offro. La scienza e la tua esperienza possono salvarci. Tutti noi.”

Anthea rimase in silenzio per un attimo, poi annuì, rassegnata ma anche sollevata. “D’accordo. Tu resti qui, a monitorare e aiutarmi dalla Terra. Io… continuerò a viaggiare.”

Jonathan annuì con determinazione. “Sarà un lavoro di squadra.”

Anthea sorrise debolmente. “Già, una strana squadra.”


Grazielladwan

2 risposte a “LO SCAMBIATORE DI MONDI: UNA NUOVA SQUADRA”

  1. Grazie, mi affascinano i racconti di fantascienza o distopici, dove il tempo è mobile, balzi in avanti e ritorni al passato spesso mondi paralleli che potrebbero toccarsi, seguo!🌹🐈‍⬛

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    1. Grazie a te per l’interesse. Ci saranno ancora tanti racconti 💝

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