LA LEGGENDA DELLA STREGA ALCINA

Immagine creata con IA

Questo racconto/leggenda, è una mia rielaborazione mitica e autonoma della figura descritta nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Spero vi incanti 🪄

La leggenda della strega Alcina ha viaggiato attraverso i secoli come un sussurro tra i venti e un’ombra nelle foreste oscure.

Si racconta che Alcina, una delle streghe più potenti mai esistite, non fosse nata con il dono della magia, ma che lo avesse rubato da una fonte proibita. Un tempo, Alcina era una semplice giovane donna, figlia di una guaritrice che viveva ai margini di un piccolo villaggio. La madre, pur possedendo una conoscenza straordinaria delle erbe e dei rimedi naturali, non era in grado di praticare vera magia. Alcina, però, desiderava più di tutto essere diversa. Voleva il potere, voleva dominare la natura stessa.

Una notte, spinta dall’ossessione, Alcina si avventurò nella foresta nera, fino a un lago nascosto che, secondo le leggende, ospitava l’essenza della magia primordiale. Al centro del lago si trovava una piccola isola, e su di essa un albero antichissimo, dai rami d’argento, che sussurrava in una lingua dimenticata. Alcina, incurante dei pericoli, prese dalle sue radici una goccia di linfa dorata e la bevve, non sapendo che così facendo stava legando la sua anima a quel luogo per sempre.

Il potere della linfa trasformò Alcina in una strega di immensa forza, capace di manipolare la natura e dominare gli elementi. Tuttavia, il dono era avvelenato. Più usava la sua magia, più il suo cuore si induriva, e con il passare del tempo, la sua bellezza svaniva, rimpiazzata da una maschera di crudeltà e desiderio di controllo.

La leggenda dice che Alcina creò un regno nascosto, dove attirava con l’inganno cavalieri, poeti e sognatori, promettendo loro felicità eterna. Ma coloro che cedevano ai suoi incantesimi venivano trasformati in animali, statue o ombre silenziose che la servivano per l’eternità. Il suo regno era una trappola dorata, un giardino di lussuria e inganno, dove il tempo scorreva in modo diverso, e coloro che vi entravano non facevano mai ritorno.

Si narra che un giorno Alcina incontrò un uomo di grande virtù, un cavaliere il cui cuore non poteva essere piegato. Lui, con l’aiuto di un antico amuleto di protezione, resistette alle sue illusioni e sfidò la sua magia. Nel loro scontro, il cavaliere distrusse l’albero d’argento, e con esso il legame che Alcina aveva con la magia. Con l’albero distrutto, anche Alcina perse il suo potere e fu costretta a fuggire, svanendo tra le nebbie del lago che l’avevano un tempo resa invincibile.

Oggi, si dice che nelle notti di luna piena, se si ascolta attentamente il vento vicino al lago, si può ancora udire il pianto di Alcina, prigioniera del suo stesso incantesimo. Ma nessuno osa avventurarsi in quei luoghi, per paura che la strega possa un giorno ritrovare la sua libertà e riprendere il suo regno di inganni e oscurità.

E così vive la leggenda di Alcina, la strega che osò rubare il potere degli dei, condannata per sempre a vagare nell’ombra del suo stesso desiderio.

Grazielladwan (c)

6 risposte a “LA LEGGENDA DELLA STREGA ALCINA”

  1. Bel racconto pieno di simboli 💖🐈‍⬛

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  2. Buongiorno alla padrona di questo blog; è meraviglioso paragonare la leggenda ad un sussurro.

    Ti verrò a rileggere dal computer così da poter godere di queste parole tue

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  3. Perché chi desidera la conoscenza fa sempre una fine così misera?

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    1. 😂io dico sempre che nella prossima vita spero di nascere stupida. Sai che tranquillità mentale…

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