
Se si parla di blues, uno dei nomi più leggendari e affascinanti che emerge dalla polvere dei campi di cotone del Delta del Mississippi è quello di Robert Johnson. Considerato da molti come uno dei padri fondatori del blues, la sua influenza ha attraversato generazioni, influenzando giganti della musica come Eric Clapton, Keith Richards e Bob Dylan. Ma più delle sue canzoni, ciò che ha contribuito a rendere immortale il nome di Johnson è una storia che si è propagata come un’eco sinistra e misteriosa: il suo presunto patto con il diavolo.
L’Uomo, la Chitarra e il Patto
Negli anni ’30, Robert Johnson era un giovane musicista con aspirazioni immense, ma all’inizio, secondo i racconti dell’epoca, non era particolarmente talentuoso. Anzi, veniva deriso e invitato a smettere di suonare. È proprio questo dettaglio che ha alimentato la leggenda del patto. Un giorno, Johnson scomparve dalla scena musicale per diversi mesi. Quando riapparve, il suo modo di suonare la chitarra era completamente cambiato. Ora suonava con una maestria incredibile, come se avesse ricevuto un dono soprannaturale.
La leggenda narra che, in cerca di fama e abilità, Johnson si fosse recato a un incrocio di strade desolato a mezzanotte. Qui avrebbe incontrato un uomo alto, oscuro, forse il Diavolo stesso. In cambio della sua anima, l’entità infernale avrebbe accordato la sua chitarra e donato a Johnson il talento necessario per diventare il più grande musicista di blues mai esistito.
La Potenza del Mito
Ciò che rende la leggenda così affascinante è la sua potenza evocativa. L’idea dell’incrocio – quel luogo di transizione, di decisione tra due strade – ha radici profonde nel folklore americano, soprattutto nelle credenze afroamericane del Sud degli Stati Uniti. Il diavolo, spesso rappresentato come il trickster, il burlone che offre doni a caro prezzo, è un tema ricorrente nella tradizione blues. Johnson, con la sua vita breve e tormentata, sembrava l’incarnazione perfetta di questo mito. Le sue canzoni, come Cross Road Blues, hanno alimentato ulteriormente la storia. Nella canzone, Johnson canta di essere “giù all’incrocio” cercando “di inginocchiarsi a Dio”, ma senza risposta.
Che fosse un vero patto con il diavolo o semplicemente una storia che ha preso vita in un’epoca di superstizioni e difficoltà economiche, ciò che rimane indiscutibile è che la musica di Johnson ha un’intensità e una profondità rare. Brani come Hellhound on My Trail o Me and the Devil Blues sono permeati da immagini oscure, tormentate, dove il soprannaturale si mescola con il dolore e la sofferenza della vita quotidiana.
La Fine Misteriosa di Robert Johnson
La vita di Robert Johnson, come quella di molti altri artisti blues del Delta, è stata breve e misteriosa. Morì a soli 27 anni, in circostanze mai del tutto chiarite. Alcuni dicono che fu avvelenato da un marito geloso, altri che fu il diavolo stesso a riscuotere il suo tributo. In ogni caso, la sua morte precoce non ha fatto altro che alimentare ulteriormente il mito.
La leggenda del patto con il diavolo si è consolidata dopo la sua morte, trasformandosi in un racconto che è diventato parte integrante del mito del blues. Come la musica di Johnson, essa evoca una sensazione di inquietudine e mistero, come se ogni nota, ogni accordo fosse stata strappata dall’oscurità.
Il Retaggio di Robert Johnson
Oggi, a quasi un secolo di distanza, il mito del patto con il diavolo continua a incuriosire e affascinare. Robert Johnson è diventato una figura mitica, più grande della sua stessa vita, e la sua storia è una delle più raccontate nel mondo del blues. Ma oltre alla leggenda, rimane la sua musica, che continua a ispirare generazioni di musicisti.
Forse, in un certo senso, Johnson ha davvero venduto la sua anima. Non al diavolo, ma all’arte. E nel fare ciò, ha ottenuto qualcosa che va oltre la fama terrena: l’immortalità.
Fonti ispiratrici:
- Eric Clapton, grande estimatore di Johnson, ha detto una volta: “Robert Johnson, per me, è il più importante musicista di blues mai esistito.”
- La famosa Cross Road Blues di Johnson, punto focale della leggenda, è stata reinterpretata da innumerevoli artisti, mantenendo viva la storia dell’incrocio e del diavolo.
Robert Johnson è spesso considerato il primo membro del famigerato “Club dei 27”, un gruppo di musicisti leggendari che sono tragicamente morti all’età di 27 anni. Questo gruppo, che include figure iconiche come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e Amy Winehouse, è avvolto in un alone di mistero e mitologia, con storie di vite vissute al limite, talenti ineguagliabili e morti premature che sembrano quasi segnate dal destino.
Buon ascolto, cacciatori di leggende.
Grazielladwan (c)
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