
Harry Price (1881-1948) è stato uno dei più celebri e controversi investigatori dell’occulto e dei fenomeni paranormali del XX secolo. Nato a Londra, si distinse per la sua passione per la scienza e il desiderio di esplorare e indagare fenomeni sovrannaturali con un approccio rigoroso e metodico, che lo rese sia una figura rispettata che contestata nel mondo dello spiritismo e della ricerca paranormale.
Le Indagini sull’Occulto
Price iniziò la sua carriera interessandosi alla magia e alla prestidigitazione, discipline che lo aiutarono a comprendere e smascherare trucchi utilizzati da falsi medium e ciarlatani. La sua abilità nel riconoscere le tecniche fraudolente lo portò a diventare uno dei più grandi scettici dell’epoca, ma allo stesso tempo non esitava a credere nella possibilità che alcuni fenomeni paranormali fossero reali.
Nel 1920, Price acquistò una macchina fotografica ad alta velocità per catturare possibili manifestazioni di fantasmi e altre anomalie invisibili all’occhio umano. Fondò la National Laboratory of Psychical Research a Londra, uno dei primi laboratori dedicati allo studio scientifico del paranormale, con lo scopo di testare medium, studiare le apparizioni e analizzare le fotografie di spiriti. La sua intenzione era quella di verificare e convalidare, tramite il metodo scientifico, la veridicità delle manifestazioni paranormali.
La Rettoria di Borley
L’indagine che più contribuì alla sua fama fu quella sulla Rettoria di Borley, un edificio in Inghilterra conosciuto come la “casa più infestata del paese”. La rettoria, costruita nel 1862, fu teatro di numerosi fenomeni inspiegabili, come suoni di passi, apparizioni di ombre e lo spettro di una suora. La storia della monaca fantasma, secondo la leggenda, aveva radici in un amore proibito con un monaco, e si diceva che i due fossero stati uccisi per la loro relazione illecita.
Price visitò la rettoria nel 1929, documentando una serie di eventi strani e inquietanti. Alcuni testimoni riferirono di oggetti che si muovevano da soli, scritte misteriose che apparivano sui muri e avvistamenti di una figura bianca che vagava nei giardini. Nel 1937, quando la rettoria fu abbandonata, Price affittò l’edificio per un anno intero per condurre un’indagine approfondita. Pubblicò i risultati in un libro intitolato “The Most Haunted House in England” (1940), dove descriveva molti degli eventi verificatisi durante la sua permanenza, tra cui campanelli che suonavano da soli, passi, e la presenza della suora fantasma.
Tuttavia, il suo lavoro fu oggetto di critiche. Molti studiosi e colleghi lo accusarono di aver gonfiato le storie, e alcuni eventi riportati si rivelarono essere frutto di trucchetti o fraintendimenti. Nonostante ciò, il caso della Rettoria di Borley resta uno dei più famosi della sua carriera e della storia del paranormale.
Medium e Fenomeni Paranormali
Price si distinse anche per il suo scetticismo nei confronti di molti medium dell’epoca. Fu noto per aver smascherato numerosi falsi medium che utilizzavano trucchi elaborati per simulare contatti con l’aldilà. Tuttavia, era aperto alla possibilità che alcuni medium fossero autentici. Nel caso della famosa medium Helen Duncan, ad esempio, che affermava di materializzare spiriti durante le sue sedute, Price non riuscì a confutare in modo definitivo la veridicità delle sue abilità, mantenendo una certa ambiguità su di lei.
Eredità
L’eredità di Harry Price è complessa e ambivalente. Sebbene molti lo considerino uno scettico moderno e un investigatore che tentava di applicare il metodo scientifico al paranormale, altri lo vedono come una figura controversa, che a volte contribuiva a perpetuare miti piuttosto che a smascherarli. Le sue indagini, però, hanno avuto un impatto duraturo, ispirando generazioni di ricercatori dell’occulto e appassionati del soprannaturale. Price rimane un’icona per chiunque sia affascinato dal mondo del mistero, e il suo nome è ancora oggi associato ai più noti casi di infestazione e attività paranormale.
Un’indagine a modo mio.

LA MONACA DI BORLEY
Nella penombra opprimente che avvolge i confini della ragione umana, esistono luoghi in cui le forze invisibili strisciano come antiche ombre, sospirando attraverso i corridoi del tempo. Uno di questi luoghi maledetti è la Rettoria di Borley, una dimora di pietra scura che si erge su una landa desolata e ventosa, come se volesse sfuggire al mondo degli uomini, eppure rimanesse irrimediabilmente legata a un’oscurità ancestrale che sfida ogni tentativo di spiegazione razionale.
La leggenda narra di una suora, il cui volto pallido e velato è spesso scorto nell’oscurità della notte, che vagava disperata tra i muri di quella dimora antica e infetta. Si dice che la monaca, nata dal peccato e dalla colpa, fosse stata punita per un amore sacrilego con un monaco, una storia torbida e maledetta che culminò in una terribile fine: murata viva, imprigionata per l’eternità tra i mattoni e la pietra, come se fosse stata sacrificata a forze più antiche del cristianesimo stesso, forze dimenticate che regnano nel sottosuolo della nostra realtà.
L’oscurità che avvolgeva Borley si risvegliò nel 1929, quando un uomo, un certo Harry Price, mosso dalla folle e pericolosa curiosità dell’uomo moderno, decise di esplorare quei recessi oscuri. Lo scettico scienziato si avvicinò alla Rettoria di Borley con l’illusione di poter domare l’ignoto, portando con sé strumenti che a nulla servirono contro ciò che non può essere misurato né compreso.
Giunto a Borley, Price si trovò a confrontarsi con forze che non solo sfidavano la ragione, ma la disintegravano, come polvere che si dissolve davanti all’abissale realtà dell’universo. Le sue cronache parlano di eventi inspiegabili, di porte che sbattevano, di oggetti che fluttuavano nell’aria, di passi che risuonavano nella casa deserta. Eppure, tutto questo non era che una frazione della verità. La monaca di Borley non era semplicemente uno spettro condannato dall’amore illecito, no, essa era una manifestazione delle forze ultraterrene, una maschera dietro la quale si nascondeva l’insondabile orrore.
Una notte, mentre Price era intento a esaminare una delle stanze superiori, percepì una presenza strisciante, un’ombra che si insinuava come una nebbia viscosa sotto la porta. Un brivido percorse le pareti, e dal buio emerse una figura bianca, senza volto, senza occhi, ma con una bocca dischiusa in un urlo silenzioso. Era lei, la monaca. O almeno, ciò che la monaca era diventata dopo secoli di prigionia in quel luogo che non apparteneva più al tempo degli uomini.
L’aria si saturò di una presenza maligna, e Price, nonostante il suo coraggio, si sentì travolto da una disperazione che non aveva origine né fine. Tentò di scappare, ma i corridoi sembravano allungarsi all’infinito, come se lo spazio stesso fosse stato piegato da una volontà aliena. Ogni passo che compiva lo riportava al punto di partenza, in un circolo di follia e orrore. Solo con un disperato atto di volontà riuscì a fuggire da quella casa, ma non fu mai lo stesso dopo quella notte. Ciò che vide lo perseguitò per il resto della sua vita, e benché continuasse a indagare sul paranormale, un’ombra più oscura di qualsiasi altra cosa che avesse mai incontrato sembrava averlo seguito da Borley.
Perché la monaca non era semplicemente un’anima in pena. Era la manifestazione di qualcosa di più antico, qualcosa che risaliva a prima che l’uomo camminasse sulla Terra. Forze primordiali che attendono, silenziose, sotto la crosta del mondo, al di là della comprensione umana, sempre pronte a insinuarsi tra i confini della realtà.
Harry Price, che osò sfidare quelle forze, non fece altro che scalfire la superficie del male insondabile. Forse, morì solo, tormentato dalle visioni di quel volto senza occhi, dalle voci che risuonavano nella sua mente anche dopo che aveva lasciato Borley.
E la monaca? Lei continua a vagare tra le rovine della Rettoria, come guardiana di un segreto cosmico che nessun uomo dovrebbe mai svelare.
Grazielladwan (c)
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