Episodio 6

Elena aprì gli occhi a fatica, il ronzio dell’elicottero sempre più vicino sembrava squarciare il silenzio opprimente che avvolgeva le rovine di Petra. La testa le pulsava, e ogni movimento le ricordava la caduta. Accanto a lei, Jonas giaceva immobile, il viso sporco di polvere e un taglio sulla tempia che sembrava più grave di quanto ricordasse.
“Jonas… svegliati…” sussurrò, spingendosi con fatica su un gomito.
Il rumore del rotore divenne assordante mentre l’elicottero atterrava a pochi metri di distanza, sollevando una nube di sabbia. Una squadra di cinque persone, in divisa militare, scese velocemente: quattro uomini e una donna, armati e pronti all’azione. Sul petto spiccava il logo dell’Organizzazione per la Difesa delle Anomalie (ODA).
Uno degli uomini, il comandante, si avvicinò rapidamente, valutando la situazione con uno sguardo freddo ma esperto. “Abbiamo due feriti qui! Presto, portate le barelle.”
La donna, che sembrava essere la seconda in comando, si chinò accanto a Elena, parlandole con tono calmo ma deciso. “Sono il capitano Reyes. Siete al sicuro ora. Mi sente?”
Elena annuì debolmente. “Jonas… lui…” indicò con un gesto incerto.
Reyes fece un cenno anche con la medico della squadra, che si avvicinò a Jonas e controllò rapidamente i segni vitali. “È vivo. Probabile commozione cerebrale, ma stabile.”
Elena lasciò andare un sospiro di sollievo, il peso della tensione scivolando appena.
Il comandante si avvicinò, scrutando il paesaggio intorno con attenzione. “Abbiamo ricevuto il vostro segnale di emergenza. Cos’è successo qui?”
Elena scosse la testa, ancora confusa. “C’era… un’esplosione… poi nulla. Non ricordo altro. Nixar…”Il nome le uscì quasi involontariamente, un ricordo confuso tra immagini e suoni frammentati.
Reyes aggrottò la fronte. “Abbiamo rilevato un segnale sconosciuto proveniente dallo spazio, nel preciso momento in cui lei ha attivato la richiesta d’aiuto…chi è Nixar o cos’è?”
Elena fissò il volto del capitano, cercando di mettere ordine nei pensieri. “Un alieno. Proviene dal passato per salvare il futuro del suo pianeta. Probabilmente, il segnale che avete registrato è stato mandato da Nixar.”
“Sicura di sentirsi bene?” Rispose sarcastico.
“Non sono solo sicura, ma se quel segnale arriva alla sua gente, per tutti noi, e intendo tutti gli abitanti della Terra, saremo distrutti.”
“Perché? Ammesso che lei si senta bene.”
“Perché nel futuro, noi terrestri distruggeremo il loro pianeta. Credo sia stato inviato sulla Terra…diciamo…duemilacinquecento anni fa.”
“Vuol farmi credere che duemilacinquecento anni fa, noi terrestri siamo andati su quel pianeta e l’abbiamo distrutto?”
“Non duemilacinquecento anni fa, ma in un futuro molto lontano. La tecnologia di quel popolo è avanti di millenni rispetto a noi. Viaggiano nel tempo.”
Il comandante si alzò di scatto, dando ordini al resto della squadra. «Setacciate l’area. Droni in ricognizione immediata. Non possiamo permetterci di perderlo.»
Uno dei soldati, intento a monitorare un tablet, intervenne. «Comandante, ci sono tracce di movimento a nord, tra le rovine. Probabile fuga in quella direzione.»
Reyes si voltò verso Elena. «Cosa cercava? È importante che sappiamo tutto quello che ricordate.»
Elena strinse i denti, frustrata dalla sua incapacità di ricordare dettagli cruciali. «Non lo so… qualcosa di alieno. Aveva un piano, ma… è tutto confuso.»
Jonas gemette debolmente, riprendendo conoscenza. Reyes si inginocchiò accanto a lui. «Jonas, può sentirmi? Siamo qui per aiutarvi. Avete visto dove è andato?»
Jonas aprì gli occhi lentamente, la voce roca e spezzata. «Lui… Nixar…» Poi scosse la testa, esausto. «Non… non ricordo.»
Il comandante Reyes si alzò e rivolse uno sguardo al comandante. «Non abbiamo molto tempo. Se è ancora qui, dobbiamo trovarlo subito.»
Elena tentò di alzarsi, ma il dolore alla gamba la bloccò. «Devo aiutarvi. Non potete affrontarlo da soli, soprattutto non lo vedrete, possiede un dispositivo dell’ invisibilità.»
Reyes scosse la testa. «No, dovete mettervi in salvo. Non siete in condizioni di combattere. Ci penseremo noi. Vi porteremo alla base per le cure, poi ci darete tutte le informazioni possibili.»
Mentre il medico fasciava la gamba di Elena e la squadra caricava Jonas su una barella, il comandante si avvicinò di nuovo. «Se c’è qualcosa che non ricordate ora, fate mente locale. Ogni dettaglio può fare la differenza.»
Elena guardò le rovine alle loro spalle, il cuore stretto in un’angoscia che non riusciva a dissipare. «Trovatelo. Non sappiamo cosa stia cercando, ma qualunque cosa sia, non può cadere nelle mani sbagliate.»
Reyes annuì. «Lo faremo. Non lasceremo nulla al caso.»
L’elicottero decollò poco dopo, lasciando la squadra a terra per proseguire la ricerca. Per Elena e Jonas, la battaglia diretta era finita, ma una nuova lotta, fatta di ricordi e strategie, stava appena per cominciare…
Grazielladwan (C)
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