
Nelle nevi di Denali
La notte scendeva rapida sulle bianche distese di Denali, avvolgendo ogni cosa in un silenzio carico di minacce. Il vento ululava tra le cime degli alberi scheletrici, sollevando nembi di neve scintillante come frammenti di ghiaccio. Nel rifugio abbandonato, un’antica struttura di legno coperta di muschio congelato, quattro figure si riscaldavano attorno a un fuoco che sembrava più una speranza che una fonte di calore.
“Questa terra è maledetta,” sussurrò Aidan, il più giovane del gruppo, con lo sguardo fisso sulle fiamme tremolanti. “L’ho sentito dal vecchio Trapper al villaggio. Dice che i boschi di Denali appartengono a… loro.”
“Chi sono loro?” chiese Claire, la strega del gruppo, con un tono che mascherava a stento il fastidio. I suoi capelli neri come la pece ricadevano sulle spalle, in contrasto con la pallida pelle. Nei suoi occhi verdi brillava un’antica conoscenza.
Aidan esitò. “I vampiri. Dice che cacciano solo d’inverno, quando il sangue si gela più lentamente…”
“Storie per spaventare i bambini,” interruppe Marcus, il leader del gruppo. La sua voce era un rombo basso, rassicurante. “Abbiamo una missione, e non ci faremo distrarre da superstizioni.”
Ma Claire non sembrava convinta. Si alzò, sistemando il mantello di pelliccia intorno alle spalle, e si avvicinò alla finestra coperta da uno spesso strato di ghiaccio. “Non sono solo superstizioni,” mormorò. “C’è magia in questo posto. Una magia che sa di morte.”
Quando il vento si placò per un momento, un ululato lontano fece rabbrividire tutti. Non era un lupo. Era qualcosa di più profondo, gutturale, che sembrava provenire dal ventre stesso della montagna.
“Che diavolo era quello?” domandò Lucas, stringendo il fucile che non aveva mai lasciato dalla cintura. Era il più pratico del gruppo, ma il terrore nella sua voce era evidente.
Claire si voltò verso di lui con un sorriso enigmatico. “Qualcosa che non vorresti incontrare.”
Aidan si spostò nervosamente sul tronco che usavano come panca. “Forse dovremmo aspettare il mattino per proseguire.”
Marcus scosse la testa. “Non possiamo. L’oggetto che cerchiamo non aspetterà. Il grimorio è lassù, nella grotta di ghiaccio. Se lasciamo che l’alba arrivi, il percorso sarà troppo rischioso.”
Claire ridacchiò freddamente. “L’alba non spaventa i vampiri quanto te, Marcus.”
Un improvviso colpo alla porta li fece sobbalzare. La legna si incrinò, una scheggia volò via. Marcus afferrò l’ascia accanto al fuoco, Claire alzò una mano pronta a lanciare un incantesimo. Il silenzio che seguì fu più terrificante del rumore.
“Chi c’è là fuori?” gridò Marcus.
Nessuna risposta. Solo il vento, di nuovo.
Poi, un sussurro, come foglie che si sfiorano. “Non dovreste essere qui.”
La porta esplose verso l’interno, travolta da un’ombra veloce e silenziosa. Prima che Marcus potesse reagire, qualcosa lo colpì al petto, facendolo volare contro il muro. Lucas imprecò e sparò, ma il proiettile attraversò la figura senza effetto.
Era un uomo. O almeno lo era stato. La pelle era pallida come neve morta, gli occhi rossi come brace ardente. Le sue labbra erano macchiate di sangue, e canini affilati brillavano nella luce del fuoco.
“Benvenuti nel nostro regno,” disse, con una voce che sembrava vibrare nel gelo stesso. “State cercando il Grimorio? Che sciocca ambizione.”
Claire lanciò una sfera di fuoco, che esplose contro il vampiro, costringendolo a retrocedere di un passo. Ma lui rise, una risata che suonava come ghiaccio che si spezza. “Pensi che la tua magia possa salvarvi?”
“Ci proverò,” ribatté Claire, gettando un’altra fiamma, questa volta più intensa. Il vampiro urlò, ma non si fermò. Con un movimento rapido, afferrò Aidan e lo sollevò come se fosse una bambola.
“No!” gridò Claire, pronunciando un incantesimo. Le sue mani brillavano di un’energia verde brillante, ma il vampiro sorrise. “Troppo tardi.”
Con un movimento netto, affondò i denti nel collo di Aidan, il cui urlo si spense nel silenzio.
Marcus si rialzò con fatica e colpì il vampiro alla schiena con l’ascia. Questa volta, la lama affondò. Il mostro urlò, lasciando cadere Aidan, ma il colpo non bastò a fermarlo. Si voltò, furioso, e colpì Marcus con una tale forza da mandarlo di nuovo a terra.
Claire pronunciò un altro incantesimo, e questa volta un’esplosione di luce bianca investì il vampiro, facendolo urlare di dolore. “Via!” gridò a Lucas, che prese Marcus sotto braccio e lo trascinò fuori dal rifugio.
Claire fu l’ultima ad uscire, sigillando la porta con un incantesimo. Il vampiro la fissò attraverso il ghiaccio incrinato, sussurrando una promessa: “Non potete sfuggire a ciò che è eterno.”
Il gruppo corse nella neve, il fiato che si condensava in nuvole dense. Aidan non ce l’aveva fatta. Era morto, o peggio. Ma non avevano il lusso di piangere.
“Quanto manca alla grotta?” chiese Lucas, il terrore negli occhi.
“Non molto,” rispose Claire, guidandoli verso una formazione rocciosa. “Ma non siamo soli. Ci stanno seguendo.”
“Chi?” chiese Marcus, ansimando.
Claire si voltò verso di lui. “Tutti quelli che sono morti in queste terre. I loro servitori.”
Dietro di loro, figure scure emergevano dalla foresta, i loro occhi rossi come quelli del vampiro. Il gruppo accelerò, sapendo che l’unica possibilità era raggiungere il grimorio prima di loro.
Quando finalmente entrarono nella grotta, il gelo sembrava quasi vivo, una presenza che li avvolgeva. Nel centro della caverna, il grimorio fluttuava sopra un altare di ghiaccio. Le pagine si muovevano come animate da un vento invisibile.
“Presto!” gridò Claire, ma il vampiro apparve nell’ingresso, bloccando la via di fuga.
“Non avete speranze,” disse, avanzando lentamente.
Claire si avvicinò al grimorio, pronunciando un incantesimo. Le parole riecheggiavano nella grotta, facendo tremare il ghiaccio.
Il vampiro si fermò, per la prima volta incerto. “Non osare.”
Claire sorrise. “Guardami osare.”
Pronunciò l’ultima parola, e una luce esplose dalla grotta, investendo tutto ciò che c’era intorno.
Quando la luce si spense, Claire era sola. Il vampiro e i suoi servitori erano scomparsi. Il grimorio giaceva chiuso sull’altare, e il silenzio era tornato. Ma non era un silenzio di pace.
Era un silenzio che prometteva vendetta.
Grazielladwan (C)
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