
MANIFEST

MANIFEST – ODE ALLE CARRIOLATE DI PUNTATE E AI BAMBINI MAGICI 😩
-ATTENZIONE ‼️ SPOILER-
Ci siamo. Dopo anni di voli improbabili, chiamate mistiche e personaggi che cambiano personalità più velocemente di una camicia sudata in estate, Manifest è ufficialmente giunto al capolinea, lo so, sono io in ritardo con la visione.
E io sono qui, con lo sguardo perso nel vuoto, a chiedermi se ho davvero capito qualcosa di questa serie o se mi sono solo fatta trasportare dall’effetto bingewatching compulsivo come passeggera dell’828.
Sì, perché Manifest non è una serie, è un’esperienza extracorporea. Uno di quei viaggi che inizi pensando “Ma sì, vediamo com’è” e finisci sei stagioni dopo, con le occhiaie, il quaderno degli appunti per decifrare la trama e il bisogno di un TSO immediato. Lost, scansati!
IL VOLO 828: SOLO ANDATA PER IL CAOS
La premessa era semplice: un volo decolla nel 2013, sparisce, riappare nel 2018, e i passeggeri scoprono che per il resto del mondo sono stati dati per morti. Figo, no? Il problema è che, invece di affrontare il trauma con un sano percorso psicoterapeutico, i protagonisti iniziano a sentire le chiamate.
Cosa sono le chiamate? Messaggi ultraterreni? Profezie divine? La voce della coscienza? Nulla di tutto questo. Sono allucinazioni vaghe che ti fanno fare cose senza un perché. Il tipico “Segui quella luce!” che poi finisce con il protagonista in un cimitero mentre un corvo gli fa la cacca sulla giacca.
Ben Stone, il matematico con il carisma di un navigatore GPS, prende subito il comando delle operazioni. L’unico problema? Ha l’istinto di sopravvivenza di un protagonista di Final Destination. Il suo piano per risolvere i misteri dell’828 consiste perlopiù nel farsi arrestare ogni due puntate, rovinare la vita alla sua famiglia e urlare “ABBIAMO UNA DATA DI MORTE!” ogni volta che qualcuno cerca di prendere un caffè in pace.
Nel frattempo, Michaela, la sorella poliziotta dal cervello spugnoso, passa la serie a scegliere tra tre fidanzati diversi, mentre il piccolo Cal, un bambino con il superpotere di essere insopportabile, continua a fare disegni che nessuno capisce ma che vengono comunque presi sul serio come i Rotoli del Mar Morto.
TRA MIRACOLI, SCIENZA E… BAMBINI CON LA BARBA, diciamolo: il vero nemico della serie non è il Governo Cattivo™, non è il destino, non è nemmeno la cabala mistica degli Illuminati. No. Il vero nemico di Manifest è il buonsenso.
Cioè, a un certo punto arriva Angelina, la stalker psicotica che passa da “Ragazza un po’ confusa” a “Dio vuole che stermini i miei amici” con una velocità che neanche Walter White nella quinta stagione di Breaking Bad. Nel frattempo, il piccolo Cal sparisce e riappare cinque anni dopo con la faccia di un ventenne, ma tutti accettano la cosa come se fosse normale.
“Sei cresciuto!” “Eh, sono le chiamate.”
Scusa? No, caro. Le chiamate ti dicono di aiutare la vecchietta a trovare il cane, non ti fanno saltare la pubertà in due ore come un Pokémon che si evolve.
E il gran finale? Un delirio. Un’ora e mezza di viaggio ultraterreno in cui il purgatorio sembra un parco giochi per anime perse, il Giudizio Finale avviene a bordo di un aereo, e alla fine il volo atterra nel 2013, come se nulla fosse mai successo. Quindi? Tutti hanno sognato? È stato tutto un esperimento sociale? Un brutto trip da funghi allucinogeni?
Non lo sapremo mai. Ma una cosa è certa: i passeggeri dell’828 saranno anche tornati alla normalità, ma io no. Che palle!
Dopo sei stagioni di caos narrativo, messaggi criptici e più resurrezioni di quante ne contenga la Bibbia, Manifest si chiude lasciandomi con più domande che risposte. È stata una serie assurda? Sì. Mi ha fatto venire il mal di testa? Assolutamente. Ma alla fine, nonostante tutto, mi ha tenuta incollata allo schermo con la stessa ostinazione con cui Ben Stone cerca di salvare il mondo senza mai fermarsi a riflettere.
Quindi, cari passeggeri del volo 828, è stato un onore viaggiare con voi in questo vortice di nonsense e colpi di scena improbabili. Ora però lasciatemi scendere, perché ho bisogno di una vacanza… senza chiamate.
Grazielladwan (C)
Lascia un commento