
C’era un tempo in cui gli dèi avevano ancora volto umano, e il dolore poteva spingere una dea a camminare scalza nel fango del mondo.
Iside, colei che conosceva il vero nome delle cose, non nacque guerriera: lo diventò. Fu sorella, sposa e madre, ma prima di tutto fu una cercatrice del non più vivo.
Quando Osiride, il dio-re che portò ordine nell’Egitto antico, fu smembrato da suo fratello Seth, 14 pezzi sparpagliati in luoghi dimenticati, Iside non si limitò a piangere. Partì.
Attraversò deserti, paludi, tombe di serpenti, e ricucì, pezzo per pezzo, il corpo di suo marito.
Solo uno mancava: il fallo, gettato nel Nilo e divorato da un pesce sacro. Ma ne modellò uno d’oro. Perché Iside non si arrendeva neppure all’assenza.
Con magia, respiro e incanto, lo riportò in vita per una sola notte. Fu così che concepì Horus, il futuro vendicatore.
Poi Osiride discese negli abissi, divenendo Signore dell’Oltretomba, custode delle anime e della rinascita.
Iside rimase sulla terra, a crescere suo figlio e a vegliare sulle madri, i marinai e gli amanti abbandonati.
PSICOLOGIA DEL MITO: L’ARTE DI RACCOGLIERE I PEZZI
La leggenda di Iside non è solo un racconto antico. È un manuale mitico di sopravvivenza emotiva.
Chi non si è mai trovato a cercare pezzi di sé o dell’altro, dopo un trauma, una perdita, un tradimento? Iside incarna il lato oscuro e al tempo stesso luminoso dell’elaborazione del lutto: non nega la distruzione, ma la affronta frontalmente.
Il suo viaggio è un archetipo: ci ricorda che la guarigione è spesso un gesto attivo, doloroso e creativo.
Ricucire ciò che è stato smembrato, dentro o fuori di noi, richiede un amore che non indietreggia di fronte all’orrore. E anche quando manca qualcosa, si può comunque rinascere: l’oro dell’immaginazione, dell’elaborazione, dell’accettazione può colmare quel vuoto.
Iside è l’archetipo di chi ha sofferto, ma non si è lasciata schiacciare dal dolore. È la forza di chi continua a cercare significato tra le rovine, sapendo che anche un dio può essere ricomposto, e che dalla morte può nascere qualcosa di nuovo.
Mi è sembrato un racconto adatto alla giornata. Pasqua è rinascita, o dovrebbe esserlo.
Auguro una fantastica giornata a tutti, ognuno a modo proprio.
Grazielladwan (C)
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