CAMILLE MONFORT: LA VAMPIRA DI BELEM

Immagine creata con IA

Nella Belém tropicale di fine Ottocento, tra musiche d’opera e piogge torrenziali, arrivò una donna che sembrava più un incantesimo che un essere umano. Il suo nome era Camille Marie Monfort, cantante lirica francese, pallida come il latte lunare, occhi taglienti e voce capace di fermare il respiro.

Divenne celebre al Theatro da Paz, dove le sue esibizioni scatenavano svenimenti tra il pubblico femminile. Alcuni attribuirono quegli episodi all’emozione. Altri iniziarono a sussurrare che Camille… si nutrisse di qualcosa di più del semplice applauso.

Una voce che ipnotizzava

Camille amava danzare sotto la pioggia notturna, avvolta in veli traslucidi. Camminava per le strade silenziose di Belém parlando da sola in latino, e i pescatori del Guajará giuravano di averla vista camminare sull’acqua.

Le giovani donne scomparivano. I servi riferivano di sedute spiritiche, di fumi e canti che non somigliavano a nulla di umano. Si diceva che Camille riuscisse a evocare spiriti con l’ectoplasma, e che al termine delle sue esibizioni restasse un odore persistente di fiori morti.

La tomba vuota

Nel 1896, l’epidemia di colera spazzò via mezza città. Anche Camille fu dichiarata morta e sepolta nel Cemitério da Soledade, sotto un busto in marmo che ancora oggi osserva i passanti con un mezzo sorriso. Ma nessuno vide il suo corpo. Alcuni dissero che la bara fosse vuota. Una cameriera, anni dopo, avrebbe giurato che gli occhi della statua si muovessero.

Nel tempo, la sua storia si fece leggenda. Comparve in romanzi, racconti gotici e… su internet. Le foto che circolano online mostrano incongruenze: dettagli moderni, espressioni troppo perfette, volti “filtrati”. Alcuni ritengono Camille una creazione letteraria. Altri, un personaggio generato dall’IA.

Però…

Ogni 15 giugno, fiori freschi compaiono sulla sua tomba. Nessuno sa chi li porta. C’è chi sostiene di aver visto una donna elegante, troppo giovane per essere reale, inginocchiarsi davanti alla lapide e poi svanire tra i cipressi. Non lascia impronte. E non guarda mai indietro.

Si racconta che Camille viva ancora. In una villa isolata sulle rive del Danubio, colleziona spartiti antichi e canta ogni sera davanti a specchi coperti. Ha 154 anni. Ma sembra sempre una trentenne in abito da sera.

Se la incontri, non cercare di parlarle.

E per nessuna ragione… non incrociare il suo sguardo.

Grazielladwan (C)

5 risposte a “CAMILLE MONFORT: LA VAMPIRA DI BELEM”

  1. Bellissimo…e misteriosissimo!

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  2. Mi intrigano maledettamente queste storie…

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    1. Eh… io a volte non ci dormo la notte. Hai mai pensato all’unico sopravvissuto, senza un graffio, del volo Air India? Ci sono studiosi del soprannaturale che stanno cercando di capire come sia possibile. Mi riservo di farne un articolo, ma più in là nel tempo.

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  3. Qualcosa di vero c’è di sicuro… impossibile da scoprire?

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