POSTO 11A: IL SOPRAVVISSUTO

Capitolo 2: Il superstite

Immagine creata con IA

Göksu, Turchia meridionale. Dalla radura in fiamme, un solo uomo emerge illeso tra i rottami del volo AAR 703. A migliaia di chilometri di distanza, una giornalista fiuta una storia destinata a cambiare ogni cosa.

Göksu – ore 22:54

Il fumo saliva dalla radura come un richiamo funebre. L’odore acre di carburante e metallo bruciato si mescolava alla resina degli alberi incendiati. Le squadre di soccorso avanzavano tra rottami incandescenti, illuminati dai fari delle jeep.

Il paramedico Halim Demir si fermò di colpo: a meno di venti metri da una sezione dell’aereo carbonizzata, un uomo camminava. Scalzo, pantaloni neri intatti, camicia bianca immacolata. Il volto pallido, impassibile. La luce delle torce sembrava scivolargli addosso.

«Signore! È ferito?» gridò Halim in turco.

L’uomo si voltò lentamente. Occhi scuri, profondi. «No.» «Come si chiama?» «Elian… Voras.»


Ambulanza

Elian sedeva immobile. Non toccava la coperta termica. Un medico tentò di misurargli la pressione, ma il misuratore non dava risultati. «Strano…» mormorò il dottore. Elian, senza guardarli, disse soltanto: «Non ho bisogno di questo.»

Ospedale di Mersin – ore 23:40

Le porte del pronto soccorso si spalancarono. Elian scese dalla barella da solo. Tra la confusione di corpi da identificare e feriti gravi, nessuno notò che lui non aveva un graffio.

L’infermiera Asli gli porse un modulo da compilare. Lui scrisse soltanto: Elian Voras. E nient’altro.


New York – ore 16:20 locali

Karen Blake, giornalista del Global Tribune, fissava i monitor con le prime immagini del disastro. «Duecentododici passeggeri… nessun superstite accertato», disse un collega. Karen sorrise. «Nessun superstite accertato… non è lo stesso che dire nessun superstite.»

Immagine creata con IA

Una breaking news lampeggiò: “Fonti locali: trovato un uomo vivo tra i rottami. Identità sconosciuta.” «Ecco la mia storia», mormorò Karen, afferrando giacca, macchina fotografica e pass stampa. «Benson! Sto andando in Turchia.» «Sei pazza?» «No. Sono affamata.»


Göksu – più tardi

Elian, sul lettino d’osservazione, fissava la finestra chiusa. Fuori, la notte era immobile. Un orologio al muro si fermò. Nessuno ci fece caso. Lui sorrise appena. Sta arrivando.


Continua nel Capitolo 3…

Questo racconto è un’opera di pura invenzione. Ogni riferimento a persone, luoghi o eventi reali è puramente casuale.

Grazielladwan (C)

2 risposte a “POSTO 11A: IL SOPRAVVISSUTO”

  1. Bisogna segnarsi questo posto x il futuro…

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  2. Bisogna segnarsi questo posto per il futuro…

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