
Capitolo 6: Il Patto

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Camera d’hotel, notte. Elian rompe il silenzio: non è vivo per caso. Racconta a Karen del Patto e, poi, dei Concordati, custodi dell’oscurità.
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Il silenzio prima delle parole
L’orologio scandiva il buio. Karen fissava l’uomo entrato come se il mondo si fosse aperto solo per lui. Elian restò in piedi, un’ombra tra le ombre. «Non sono vivo per caso,» disse. «Sono vivo per via del Patto.»
Il Patto
«Un giuramento antico,» spiegò. «Stipulato quando alcuni scelsero di non morire. Non santi, non demoni: ribelli. Hanno stretto un accordo di sangue, e da allora il Patto vive in chi attraversa la morte e ritorna.»
Karen rivide i corpi e i rottami. Lui non doveva essere lì. Eppure c’era.
I Concordati
Elian proseguì: «Il Patto non è mai solo. Esiste un ordine che vigila e decide: i Concordati. Custodi dell’equilibrio, giudici silenziosi dell’oscurità. Non iniziano guerre, ma decretano quando devono finire. Non scelgono chi deve vivere: stabiliscono chi non può morire. Io appartengo a loro.»
Il ruolo di Karen
«E io?» chiese lei, con la voce che cercava appigli nella logica.
Elian le si avvicinò. «Tu sei l’anello mancante. La Regina che i Concordati hanno atteso. Il Patto ti reclama, che tu lo voglia o no.»
Karen scosse la testa, ma dentro non sentì ribellione. Sentì riconoscimento…
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Questo racconto è un’opera di pura invenzione. Ogni riferimento a persone, luoghi o eventi reali è puramente casuale.
Grazielladwan (C)
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