👁‍🗨 La notte dei volti velati

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📝Da tanto non scrivo, ma sono stata impegnata con il lancio di Origine e la scrittura del terzo libro de Il Tempo dei Malìer. Ogni storia, però, reclama la sua ora, e alcune arrivano senza invito — bussano piano, come dita sull’uscio di un sogno. Questa è una di quelle.🕯️

Dicono che in certe notti, quando ottobre muore e il velo tra i mondi si assottiglia, la verità assuma sembianze umane. Non spettri né fantasmi, ma ricordi che camminano.

Io non ci avevo mai creduto, almeno finché non ho incontrato la donna con il volto velato.

Era la vigilia di Halloween e stavo tornando a casa dopo una presentazione del mio libro. L’aria era fredda, la luna scorticava i tetti e la nebbia si alzava come fumo dai tombini. In tasca, le dita mi tremavano: non per il freddo, ma per quella strana sensazione di essere osservata.

Fu allora che la vidi. In piedi, ferma al centro del viale alberato. Il suo abito era grigio come la cenere e un velo di garza le copriva il viso. Non sembrava un costume, né una di quelle figure pittoresche che affollano le piazze la notte del 31. Aveva qualcosa di più… reale.

«Sta cercando qualcosa?» le chiesi, avvicinandomi con cautela.

Lei inclinò appena la testa. La voce che ne uscì era un sussurro sottile come carta strappata.

«Cerco il mio nome. L’ho perso quando la luna era nuova e le campane suonavano a vuoto.»

Mi venne la pelle d’oca.

«Posso aiutarla?»

«Solo se ricordi chi eri, la notte in cui il fuoco cadde sulla collina.»

Non capii. Ma mentre parlava, vidi un lampo attraversarle il velo: due occhi ambrati, identici ai miei.

Un gelo mi percorse la spina dorsale. 🌙

🕯️

C’è una leggenda, qui in Piemonte, che pochi ricordano. Racconta delle anime sospese, spiriti che una volta l’anno, durante la notte di Samhain, tornano nei luoghi dove hanno vissuto per cercare il frammento di sé che hanno perduto. Alcuni cercano il nome, altri la voce, altri ancora un volto dimenticato.

Da bambina, mia nonna mi diceva che bisognava lasciare una candela accesa sul davanzale: non per i morti, ma per i vivi che avevano smarrito la memoria di esserlo.

E quella sera, davanti a quella donna, sentii riaffiorare un ricordo.

Un incendio.

Una collina.

Una casa in pietra che bruciava come una torcia.

E io — o qualcuna che mi somigliava — che gridava un nome: Livia.

Il vento portò odore di cenere.

Quando tornai a guardare la donna, era scomparsa.

Più tardi, a casa, trovai una cosa impossibile sul tavolo: una chiave annerita, antica, legata a un nastro di velluto.

Non l’avevo mai vista prima, eppure… mi sembrò familiare. Sul metallo, inciso con cura, c’era un nome: Livia.

Da allora, ogni anno, accendo una candela sulla finestra e lascio la chiave accanto alla fiamma.

Non ho più visto la donna velata, ma ogni Halloween, poco dopo la mezzanotte, il vento entra dalla finestra e il lume vacilla.

E giuro che per un attimo, nella cera che si scioglie, vedo il riflesso di un volto identico al mio.

Forse lei era me.

O forse sono io la sua memoria, che non vuole morire.

👁‍🗨

La leggenda dice che chi incontra il proprio volto velato non morirà mai davvero, perché vivrà in ogni memoria che lo ricorderà. Forse è per questo che scrivo — per non perdere il mio nome, la notte in cui le campane tacciono.

📜

Nota d’autrice

Secondo alcune credenze popolari raccolte nel Canavese e nelle valli piemontesi, nella notte di Samhain (tra il 31 ottobre e il 1º novembre) le anime sospese tornerebbero nei luoghi della loro ultima vita per cercare ciò che hanno smarrito: un nome, una voce, un volto.

Chi le incontra deve accendere una candela sul davanzale, così che trovino la strada del ritorno.

Si dice che, se la fiamma vacilla tre volte, una di loro ha riconosciuto la propria casa.

N. B.

“Questo resta uno scritto di pura fantasia.“

Grazielladwan (C)

5 risposte a “👁‍🗨 La notte dei volti velati”

  1. Mi piace questa leggenda: non una casa infestata da “bonificare”, in stile quasi industriale, ma uno spirito inquieto a cui dare ricetto. Un bel cambio di prospettiva.

    (Hai mai sentito la canzone di Ivan Graziani “Fuoco sulla collina”?)

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    1. Grazie 🙏🏻
      Non conoscevo la canzone di Ivan Graziani, ma sono andata ad ascoltarla. Chissà se conosceva la leggenda?

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      1. Me l’ha ricordata perché ha tanti punti di contatto con il tuo racconto: per altro, io sono convinto che “l’uomo che gli girava le spalle solo perché non vedesse il suo viso”… era lui stesso.

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      2. Potrebbe essere lui “l’uomo che gli girava le spalle”, immagino che questa credenza sia conosciuta in più parti dell’Italia e oltre. Comunque, il mio scopo è sempre quello di creare scambi di opinione, anche se comprendo su argomenti non apprezzati da molti. Buona serata!

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      3. Ma io apprezzo molto gli argomenti che tratti.

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