
Avete mai scritto un post perfetto… finché non lo rileggete dopo la pubblicazione e scoprite quel refuso assassino nel titolo?
Tranquilli, non è (solo) colpa vostra.
È colpa di Titivillus, il demone dei refusi — e, a quanto pare, patrono non ufficiale di scrittori, copisti e correttori disperati di ogni epoca.
📜 Un demone con la calligrafia storta
Titivillus nasce nel Medioevo, quando i monaci copiavano a mano Bibbie e codici, piegati sui manoscritti per ore.
Secondo la leggenda, ogni volta che un copista saltava una parola o sbagliava una sillaba, Titivillus era lì dietro, pronto a raccogliere l’errore nel suo sacco per consegnarlo all’inferno.
Un povero impiegato demoniaco, insomma, incaricato di archiviare gli sbagli umani.
A fine giornata, tornava al suo superiore con migliaia di “negligentiae in syllabis et verbis” — le omissioni e le sviste del giorno.
⛪ Dalle chiese ai computer
Con il tempo, il ruolo di Titivillus si è allargato.
Nel tardo Medioevo, non solo prendeva nota degli errori di scrittura, ma anche delle distrazioni durante la messa: chi sbadigliava, parlava o si addormentava durante la predica veniva segnato nel registro infernale.
Oggi, probabilmente, Titivillus si è aggiornato: infesta tastiere, blog e smartphone, fa saltare accenti e punti, trasforma un “ciao” in “caio” e un “non” in un “no” fatale.
Dite la verità: quante volte avete inviato un messaggio romantico con un refuso che ha cambiato completamente il senso?
Sì. Quello era lui.
😈 Un alleato degli scrittori (forse)
In fondo, Titivillus non è cattivo: è solo molto efficiente.
Lavora silenziosamente tra una tastiera e l’altra, spingendo gli autori a rileggere, a migliorarsi, a non dare mai per scontata la perfezione.
Ogni errore, dopotutto, è un piccolo atto magico — un portale che apre la porta tra l’intenzione e il caos.
E nel caos, come sappiamo, spesso nasce la creatività.
Per questo alcuni scrittori moderni lo considerano un muso ispiratore, una specie di gremlin letterario che mette alla prova il nostro controllo sulle parole.
Chi sa domarlo, trasforma l’errore in stile.
✍️ Se scrivi, invocalo (con cautela)
La prossima volta che un correttore automatico ti tradisce, non arrabbiarti:
accendi una candela, sospira e sussurra:
“Titiville, antico amico dei refusi, risparmiami per oggi e colpisci domani.”
Poi salva il file con un bel Ctrl+S — che non si sa mai.
📚 Curiosità da scriba
Il nome “Titivillus” compare per la prima volta in un trattato del 1285 attribuito a Johannes Galensis. In alcune miniature medievali, appare come un diavoletto con un sacco pieno di pergamene. È diventato nel tempo una mascotte ironica di tipografi, linguisti e… scrittori che combattono con la revisione (cioè tutti noi).
💀 Morale della storia:
I refusi non muoiono mai.
Si reincarnano, cambiano forma, e continuano a insegnarci che perfino nella scrittura, come nella vita, la perfezione è un’illusione.
E forse, da qualche parte, Titivillus sta ridendo — con un calamaio in mano.
Grazielladwan (C)

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