Fadwa Tuqan nacque a Nablus nel 1917, la sua vita è stata consacrata alla poesia e alla saggistica, un grido di terrore su cosa stava accadendo in Palestina.
I suoi scritti hanno come argomento principale l’occupazione da parte di Israele dei territori Palestinesi, L’ intifada , le atrocità della guerra e la condizione femminile nel mondo arabo.
DIETRO LE MURA
Un’ingiusta mano l’ha costruita
ed è rimasta in piedi
come una maledizione eterna.
Ho guardato le sue lugubri mura,
impolverate dai lunghi secoli, gridando:
mi togliete la luce e la libertà,
ma non potrete spegnere nel mio cuore
la scintilla della speranza.
Maledetti,
potrete soffocare ogni sogno
che rinverdisce ed alimenta il mio cuore
ma il mio cuore non cesserà mai di sognare
anche se sarà chiuso in una cella.
Se mille catene mi legano
altrettante ali fantastiche mi fanno volare.
Maledetti, un’altra persona davanti a voi
s’inchinerebbe e tacerebbe
davanti alla furia;
io mai cesserò d’essere libera.
Canterò i desideri della mia anima
anche se mi schiaccerete in catene.
Il mio canto scaturisce dalla profondità.
(“Sola con i giorni”, il Cairo, 1952)
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