Qual è una domanda che odi che ti venga posta? Spiega.
“Hai figli?” “Non hai figli? 😱”

Questa domanda, apparentemente innocente, può trasformarsi in una vera e propria spina nel fianco, per noi donne, che troppo spesso veniamo valutate sulla base del ruolo di madri o potenziali tali. Ma perché questa domanda mi suscita tanto fastidio e quali implicazioni nasconde?
“Culto dell’Utero”, una religione non riconosciuta che sembra avere adepti in ogni angolo della società. Secondo i suoi dogmi, il valore di una donna è direttamente proporzionale alla sua prole (o alla sua capacità di produrla). Come ogni buona religione che si rispetti, anche questa è piena di riti e cerimonie, come il “Battesimo dell’Utero” (noto anche come baby shower) e la “Comunione dei Primi Passi”.
E poi ci sono gli “idioti evangelisti”, coloro che, armati di sorrisi troppo larghi, si avvicinano per chiederti se hai figli, pronti a impartire la loro benedizione o il loro giudizio, a seconda della risposta.
Come sopravvivere a questa domanda senza perdere la propria sanità mentale? Ecco alcune delle mie strategie:
Penso a Socrate e rispondo alla domanda con un’altra domanda. “Hai figli?” “Perché, ne stai cercando uno da adottare?” Questo può confondere l’avversario e darti il tempo di fuggire indenne.
Ma anche il fantasy mi viene incontro: “Sì, ho tre unicorni e un drago. I bambini erano esauriti quando ho fatto l’ordine.” Questo serve a sottolineare l’assurdità della domanda, con un tocco di fantasia, e ti fai odiare con fervore religioso 🤣.
Se invece mi stai particolarmente in utero, ti rispondo in modo da non vederti più nemmeno in fotografia: “Questa domanda è così interessante quanto parlare della politica fiscale del Bhutan negli anni ’50.”
In ultimo, ma non per ultimo: “I cazzi tuoi mai?” Soddisfazione immensa.
Ma forse, nel cuore della notte, posso sognare un mondo in cui il valore di una donna non viene misurato dalla sua capacità riproduttiva, ma dalle sue azioni, dalla sua gentilezza, dalla sua forza e intelligenza. Un mondo in cui “Hai figli?” verrà sostituito da “Qual è la tua passione?” o “Qual è stato il tuo ultimo viaggio avventuroso?”.
Fino ad allora, devo armarmi di pazienza, ironia e un pizzico di sarcasmo, perché, in fondo, la vita è troppo breve per preoccuparsi degli “idioti evangelisti”. La prossima volta che qualcuno ti pone quella domanda, ricorda: hai il diritto di ridere, di sviare o semplicemente di rispondere con un sorriso misterioso, perché la tua vita è un libro aperto solo per chi merita di conoscerne il contenuto.
Grazielladwan
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