Sei superstizioso?

No, non sono superstiziosa, ma trovo divertente parlarne così, per farci due risate insieme.
Ah, la superstizione! Quell’incantevole miscuglio di folklore, magia casalinga e un pizzico di “non si sa mai”. E noi diciamo di non esserne affetti?Benissimo, permettetemi di illuminarvi con un po’ di saggezza😁 e, perché no, una risata.
Quando il Rasoio di Occam incontra un Gatto Nero 🐈⬛
Immaginiamo di camminare per strada. È una giornata soleggiata, gli uccelli cinguettano, e noi…beh, noi stiamo attentamente evitando tutte le crepe del marciapiede, io cerco di non camminare sulle griglie che trovi, ad esempio, nei parcheggi. Perché? “Non si sa mai”, giusto? E poi, all’improvviso, un gatto nero attraversa il nostro cammino. “Ora!,” pensiamo, “dovremmo tornare indietro? O forse saltare tre volte su un piede cantando ‘Happy Birthday’ al contrario?” Decisioni, decisioni…
Ma prima di decidere di investire in un’ampia scorta di ferri di cavallo e quadrifogli, facciamo un piccolo viaggio nell’etimologia della parola “superstizione”. Deriva dal latino “superstitio”, che letteralmente significa “una posizione sopra”. Si riferiva originariamente a pratiche religiose che andavano oltre (o si alzavano sopra) quello che era richiesto dalla tradizione. Nel tempo, ha assunto una connotazione negativa, indicando credenze irrazionali nell’occulto, nel soprannaturale, insomma, nella sfortuna evitabile saltellando come un canguro al primo avvistamento di un gatto nero, o toccando il sedere al primo passante se si avvistava una suora (lo sapevate? 😜).
Il rasoio di Occam: siamo nel XIV secolo, quando il frate filosofo Guglielmo di Occam, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, ci insegna un metodo di parsimonia o di economia, che stabilisce essere più facile scegliere la soluzione più semplice, fra quelle ugualmente valide alla risoluzione di un problema. Chiedo scusa a Occam per questa veloce spiegazione.
Ora, torniamo a noi, stoicamente non superstiziosi. Capita mai che buttiamo sale sopra la spalla dopo averne rovesciato un po’? O evitare di aprire ombrelli in casa? E perché mai farlo, se non siamo superstiziosi?” Ah,” diremmo, “ma sono solo precauzioni. Non si sa mai.”
Ecco, il cuore pulsante della superstizione: un adorabile mix di “meglio prevenire che curare” e “ho sentito che funziona, non chiedermi la scienza dietro”.
In conclusione, la superstizione è un po’ come l’internet delle credenze popolari. Un miscuglio caotico di consigli non richiesti, catene di Sant’Antonio digitali e un eterno dibattito su cosa funzioni davvero per tenere lontana la sfortuna. Ma noi? Noi navighiamo in questo mare di miti e leggende con la fermezza di chi dice “Io? Superstizioso? Mai”. E per questo, ci applaudiamo… ma solo dopo aver toccato legno, o ferro.
Grazielladwan
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