Scrivi della tua cottura più straordinaria o del fallimento della cucina.

Ah, il soufflé. Quel mistero gastronomico che sembra un capolavoro appena sfornato, ma che ha la resilienza emotiva di una soap opera. È l’aspirante diva della cucina, che si alza in piedi per il suo debutto trionfante e poi, improvvisamente, decide di svenire drammaticamente davanti a tutti, sgonfiandosi come una gomma bucata.
Immaginatevi: il mio sguardo fiero, il forno aperto, il soufflé che si erge con la grazia di un’opera d’arte, e poi… puff! Ciao ciao, capolavoro. Sembra quasi che stia dicendo: “Ehi, ti sei sentita speciale per cinque minuti, no? Basta così.”
E mentre il mio sogno di gloria culinaria si appiattisce davanti ai miei occhi, ecco che arriva il vero fallimento: il giudizio silenzioso di chi aspetta a tavola. È come guardare una scena di “Chi l’ha visto?”, solo che il protagonista scomparso è il volume del mio soufflé.
In fondo, il soufflé è un po’ come la vita: imprevedibile, capriccioso e, soprattutto, mai come me l’aspetto 💪
Che dirvi, era da un po’ che non rispondevo a queste domande “intelligenti”.
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