Quali sono i tuoi artisti preferiti?

Quali sono i miei artisti preferiti? Beh, preparatevi a un viaggio nel tempo…
Ogni volta che mi fanno questa domanda suona come se mi chiedessero: “Qual è il tuo colore preferito di sempre?” Ma come si fa a scegliere tra mille sfumature di arcobaleno musicale che hanno segnato epoche e generazioni? Vediamo se riesco a darvi una risposta che non sembri quella di una rivista scolastica.
Partiamo dall’inizio:
Jim Morrison. Come non amarlo? Il Re Lucertola, il poeta ribelle che, tra una canzone e l’altra, sognava deserti sconfinati e viaggi astrali. Sospetto che avrebbe potuto tenere testa a Oscar Wilde in una gara di citazioni taglienti… Forse avrebbero finito a lanciarsi versi uno contro l’altro.
Poi arrivano i
Ramones, perché il punk non è mai morto e sepolto, soprattutto quando ti urla nelle orecchie: “Hey ho, let’s go!” Quattro ragazzi che, con giacche di pelle e jeans strappati, hanno trasformato la semplicità in leggenda. E non dimentichiamo
Janis Joplin, che ha urlato l’anima in ogni singolo verso. La sua voce graffiava l’aria come carta vetrata, e sì, ti faceva sentire che le sue cicatrici erano anche le tue.
Ah, e poi c’è
Freddie Mercury, un nome che non può mancare. Una voce che si librava oltre il tempo e lo spazio, come se stesse cantando direttamente alle stelle, mentre il resto di noi restava a bocca aperta ad ammirare i suoi salti vocali. Il tutto con un pizzico di teatralità che solo lui poteva sfoggiare senza sembrare esagerato.
Mi sto ancora scaldando!
AC/DC? Quei riff così taglienti che potrebbero affettare un cocomero. La batteria, una martellata costante nella tua anima. Le loro canzoni sono come un pugno nello stomaco, ma di quelli che ti fanno sentire vivo.
Ovviamente non possiamo dimenticare i
Guns N’ Roses, che hanno preso il rock, lo hanno vestito di pelle e lo hanno mandato a fare un giro in moto lungo la Sunset Strip. Se non vi siete mai immaginati di vivere il vostro dramma personale al suono di Sweet Child O’ Mine, allora non avete mai veramente vissuto.
Depeche Mode, invece, ci ha trascinato in un altro mondo, un mondo fatto di sintetizzatori e malinconia elettronica, dove ogni nota sembra voler sussurrare segreti all’orecchio. E infine:
Rammstein, che in quanto a potenza e teatralità non sono secondi a nessuno. Il fuoco, il fuoco ovunque, eppure dietro l’esplosione c’è sempre una precisione chirurgica. Roba da brividi.
E adesso… visto che ho passato un secolo di cantanti e band incredibili, perché non immaginarli tutti insieme, immortalati in un quadro? E già, perché anche
Klimt era un artista, no? Lo vedo dipingere questi giganti della musica, avvolti in spirali d’oro, linee fluide, e quel tocco di mistero che rendeva i suoi ritratti così magnetici. Sarebbe una tela così vivace da farti girare la testa solo a guardarla.
Grazielladwan (c)
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