NON È UN CADAVERE…È SOLO IN ATTESA

Episodio 5

Immagine creata con IA

Nixar avanzava lentamente tra le antiche rovine di Petra, avvolto dalla penombra del suo manto d’ombra. La città si estendeva attorno a lui come uno spettro di una civiltà perduta, scolpita nella roccia rossa che brillava sotto il sole. Le maestose facciate dei templi e dei palazzi, con le loro colonne e archi finemente intagliati, emergevano come fantasmi dal silenzio millenario. Incisioni sbiadite ricoprivano le superfici, testimonianze mute di un popolo scomparso, e il vento sembrava sussurrare tra i vicoli, portando con sé echi lontani di un’epoca passata.

Attraversò il Siq, la stretta gola rocciosa che conduceva nel cuore della città. La luce del giorno filtrava appena tra le pareti di arenaria, disegnando striature rosse, dorate e arancioni, creando giochi di ombre e riflessi. Ad ogni passo, Nixar percepiva l’energia di Borex che cresceva in lui, alimentata dalla consapevolezza che, da qualche parte in quel labirinto di pietra, giaceva il frammento finale del suo artefatto.

Il frammento non era solo un pezzo qualsiasi: era una provetta che conteneva un microrganismo alieno, sopravvissuto alla distruzione del suo pianeta. Questo organismo, una volta a contatto con l’aria terrestre, avrebbe diffuso una tossina invisibile, rendendo l’atmosfera della Terra irrespirabile e avvelenando tutto ciò che viveva.

La ricerca lo portò fino alla Tomba dell’Obelisco, una struttura imponente che svettava in mezzo alle altre rovine come un antico monito. Sul suo basamento, spuntavano colonne scolpite a forma di obelisco, quasi a voler sfidare il cielo. Nixar sapeva che era lì che il popolo di Petra, aveva nascosto il prezioso frammento, affinché potesse completare la sua missione millenaria di distruzione.

Migliaia di anni prima, Nixar aveva toccato per la prima volta la polvere di Petra. Il comandante alieno, un tempo un guerriero fiero e inarrestabile, era allora un esule con una missione: preservare il futuro del suo popolo a ogni costo. Il popolo di Borex, ormai prossimo all’estinzione, gli aveva affidato una reliquia devastante, un microrganismo capace di riscrivere le leggi della vita stessa.

Giunto sulla Terra attraverso uno squarcio spazio-temporale, Nixar trovò rifugio tra le tribù nomadi del deserto. Era un tempo in cui gli uomini guardavano al cielo in cerca di risposte, e l’apparizione di Nixar fu interpretata come l’arrivo di un dio. Lui, con la sua presenza imponente e la sua conoscenza superiore, non fece nulla per dissuaderli.

Quando Nixar incontrò il popolo che avrebbe fondato Petra, si trovò davanti a uomini dotati di un’abilità straordinaria: scolpire la roccia con una maestria che sfidava il tempo. Intravedendo l’opportunità, Nixar decise di guadagnarsi la loro fiducia. Offrì loro la sua conoscenza in cambio di un favore. Sotto la sua guida, gli uomini iniziarono la costruzione di un luogo sicuro, un tempio che non era solo un tributo agli dei ma anche un nascondiglio segreto per i suoi piani.

Così nacque El Khasneh, la facciata maestosa di Petra, intagliata nella pietra con un’architettura che sembrava venire da un altro mondo. Ogni colonna, ogni rilievo, ogni dettaglio fu progettato seguendo indicazioni che Nixar dispensava come se fossero volontà divine. Dietro l’apparenza sacra si celava però la vera ragione della sua costruzione: un nascondiglio profondo, protetto da strati di roccia e simboli che solo lui e i suoi alleati potevano comprendere.

Nixar affidò al popolo di Petra due reliquie: la capsula in cui aveva viaggiato con lui dentro, sigillata con un sistema di sicurezza incomprensibile agli umani, e una provetta contenente il microrganismo di Borex. «Questo è il nostro patto,» disse agli anziani durante una cerimonia sotto il cielo stellato. «Io vi porterò ricchezza e prosperità, voi custodirete questi oggetti fino a quando qualcuno tornerà per reclamarli. Ancora una cosa: io riposerò fino al giusto tempo, dentro alla capsula, e voi avrete cura di renderla nascosta agli occhi dei vostri posteri. E la piccola ampolla dovrete nasconderla in un posto diverso dalla capsula.”

Gli uomini, intimoriti e al tempo stesso estasiati dalla promessa di Nixar, accettarono. Sotto la sua guida, Petra crebbe fino a diventare un centro di commercio e cultura, una città che sembrava sfidare le leggi del tempo e della natura. Ma come tutte le grandi civiltà, anche quella di Petra sarebbe caduta, e con essa il ricordo del patto con l’Essere venuto dalle stelle.

Quando la città fu abbandonata, Nixar non poté fare altro che contare sul fatto che lui e la sua arma, sarebbero stati nascosti fino alla congiunzione astrale che avrebbe riaperto il portale. E allora la distruzione della Terra si sarebbe compiuta.

Si chinò a esaminare il terreno, toccando la pietra fredda con le dita affusolate. Un impulso remoto lo guidava, come un legame ancestrale che lo portava a percepire la posizione del frammento, a riconoscerne la vibrazione aliena. Passò le mani su un’incisione particolare, una serie di segni a lui familiari, forse tracciati dai suoi stessi antenati per nascondere il punto esatto.

Nixar tracciò il contorno dell’incisione con la punta delle dita, e un antico meccanismo si attivò. Una sottile fenditura si aprì nella roccia, rivelando una cavità segreta. Lì, ben nascosta tra polvere e frammenti di pietra, giaceva una piccola ampolla di vetro, sigillata con cura e contenente un liquido scuro, denso e viscoso: il microrganismo di Borex.

Un sorriso gelido si dipinse sul volto di Nixar mentre afferrava l’ampolla. Avvertiva la potenza dormiente al suo interno, una minaccia invisibile e letale per il pianeta Terra. Bastava aprirla, rilasciare quel contenuto nel vento e, in pochi istanti, avrebbe dato il via alla fine dell’umanità.

“Il cielo della Terra si oscurerà, come quello di Borex,” sussurrò, rivolgendo lo sguardo al cielo azzurro sopra di lui. “E il mio popolo troverà vendetta.”

Nixar ripose con cautela l’ampolla all’interno del dispositivo che portava con sé, facendo scattare un meccanismo di sicurezza. Tuttavia, qualcosa lo fece esitare. La sua mente, per un breve istante, tornò all’immagine di Elena, che aveva provato a comunicare con lui, a instillare in lui un barlume di fiducia. Scosse la testa con forza, cancellando ogni traccia di esitazione.

Con il dispositivo ora completo, Nixar si diresse verso l’uscita della gola di Petra. Le ombre danzavano attorno a lui, quasi a incitarlo, a sollecitarlo. Il tempo della vendetta era finalmente giunto. La distruzione della Terra non era più un’ipotesi, ma una promessa, incisa nelle antiche pietre di Petra, pronte a diventare le prime testimoni del crollo dell’umanità…

Grazielladwan (C)

4 risposte a “NON È UN CADAVERE…È SOLO IN ATTESA”

  1. Appassionata di fantascienza adoro i tuoi racconti 😊🌹🐈‍⬛

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  2. E così si scoprì che Nixar ha provocato il COVID…😂

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    1. Ma nooo ! Non rientra nell’idea

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