FILINNIO: la prima revenant dell’Antica Grecia

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Nel vasto panorama dei miti e delle leggende antiche, la storia di Filinnio spicca come una delle prime testimonianze di ritornanti nella cultura occidentale. Raccontata da Flegonte di Tralle nel II secolo d.C., questa vicenda inquietante presenta elementi che anticipano le figure dei fantasmi corporei, delle apparizioni e persino dei vampiri.

Ma chi era Filinnio e perché la sua storia è ancora oggi così affascinante?

La vicenda si svolge ad Anfipoli, dove una giovane donna di nome Filinnio muore prematuramente, gettando i suoi genitori in un profondo lutto. Sei mesi dopo, un ospite della famiglia, un giovane chiamato Machete, inizia a ricevere visite notturne da una misteriosa ragazza che si presenta nella sua stanza. I due passano la notte insieme, e il giovane riceve dalla ragazza doni e pegni d’amore, come se fosse una normale relazione romantica.

Ma la realtà è ben diversa. Quando una serva scopre la relazione e avverte i genitori di Filinnio, questi, scioccati, decidono di sorprendere la figlia. Quando la vedono viva e vegeta, vestita di bianco e seduta accanto al suo amante, rimangono pietrificati: Filinnio era morta e sepolta mesi prima!

Colta sul fatto, la ragazza non si mostra spaventata né aggressiva. Anzi, rimprovera i genitori per aver interferito nel suo ritorno, dichiarando che era stata autorizzata a tornare dal regno dei morti per vivere il suo amore con Machete. Poco dopo, davanti ai loro occhi, cade a terra esanime e muore di nuovo.

Il giorno seguente, i cittadini, increduli, riesumano la sua tomba… e scoprono che è vuota.

Un messaggio dagli dèi?

Lo sgomento per l’accaduto è tale che viene consultato un oracolo, il quale interpreta il ritorno di Filinnio come un segnale degli dèi. Per placare l’evento soprannaturale, vengono celebrati rituali di purificazione e la sua tomba viene richiusa con cura, affinché l’anima della ragazza possa riposare definitivamente.

Flegonte di Tralle, che ci ha tramandato questa storia, racconta il tutto con una straordinaria attenzione ai dettagli, come se volesse convincere il lettore della veridicità dei fatti. Si dice addirittura che gli oggetti lasciati da Filinnio a Machete fossero conservati per dimostrare la realtà dell’accaduto, quasi come una prova fisica del suo ritorno.

Ma cosa significa realmente questo racconto?

Il caso di Filinnio è uno dei più antichi esempi di revenant nella cultura occidentale. I revenant sono morti che ritornano con un corpo fisico, non semplici spiriti evanescenti, ma esseri tangibili che possono interagire con i vivi.

Questa figura, nel tempo, avrebbe dato origine a numerose leggende e credenze su esseri come:

• I vrykolakas delle isole greche e balcaniche, morti inquieti che ritornano dalla tomba.

• I fantasmi corporei del folklore medievale, che spesso tornavano per risolvere questioni lasciate in sospeso.

• I vampiri, creature che dalla fine del Medioevo avrebbero assunto caratteristiche sempre più simili ai revenant antichi.

Filinnio, pur non essendo descritta come un essere maligno, presenta alcune caratteristiche tipiche di queste creature:

✔️ Torna nel mondo dei vivi con un corpo fisico.

✔️ Ha una connessione con la sua tomba vuota, un classico elemento della mitologia vampirica.

✔️ Scompare definitivamente solo dopo essere stata scoperta, come se il suo legame con il mondo dei vivi fosse spezzato dalla consapevolezza degli altri.

Non si parla mai di morsi o di sete di sangue, ma il suo desiderio di stare con un amante, il fatto che visiti solo di notte e che scompaia al sorgere del giorno richiama molto da vicino elementi della mitologia vampirica moderna.

La storia di Filinnio è affascinante perché dimostra che il terrore dei morti che tornano è una paura ancestrale, ben radicata già nella Grecia classica. La morte, dopotutto, non era vista come una separazione definitiva: esistevano credenze su anime erranti, spettri e spiriti che potevano tornare per vendetta, per amore o per concludere affari lasciati in sospeso.

Oggi, la sua leggenda continua a ispirare studiosi e scrittori di horror e dark fantasy. Filinnio è la testimonianza di come il mito del ritorno dei morti non sia nato con Dracula o i vampiri ottocenteschi, ma affondi le sue radici in un tempo molto più remoto.

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Il racconto di Filinnio è contenuto nell’opera Il libro delle meraviglie (Περὶ θαυμασίων καὶ μακροβίων) di Flegonte di Tralle, autore greco del II secolo d.C. Questo testo è disponibile in diverse edizioni, tra cui una traduzione italiana a cura di Tommaso Braccini e Massimo Scorsone, pubblicata da Giulio Einaudi Editore nel 2013 (ma non è più reperibile). Inoltre, esistono edizioni critiche in lingua originale, come quella curata da Antonio Stramaglia per la collana Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana.  Queste edizioni possono essere reperite presso librerie specializzate o biblioteche universitarie. 

Grazielladwan (C)

3 risposte a “FILINNIO: la prima revenant dell’Antica Grecia”

  1. Ti ringrazio. La storia viene ripresa anche in un seminario di J. Lacan in psicoanalisi. Da Eugenio Borgna recentemente scomparso. Da Alda Merini in Raccolte. Insomma ha interessato studiosi di varie discipline. Emanuele Severino ha dedicato un intero capitolo in “ La morte e la terra “ per dimostrare l’eternità degli essenti. Ciao🙏

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    1. Grazie per il tuo approfondimento. 😃

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