Qual è il tuo ristorante preferito?
“Il mio ristorante preferito? Non esiste.”

Una volta, presa da un raptus di fiducia nell’umanità, errore da principiante, decisi di cercare il ristorante perfetto.
Vegano, ovvio. Niente tofu triste, niente cavoli in crisi esistenziale. Solo roba buona, vera. E magari un po’ di rock.
Trovai un post su un forum abbandonato, firmato da un certo WholeLottaVeg. Diceva:
“Se cerchi il gusto, vieni nel vicolo dietro l’autolavaggio, sotto il lampione che lampeggia a ritmo di ‘High Voltage’.”
Seguii le istruzioni, con Back in Black nelle cuffie e lo sguardo da chi ha fatto il patto con il diavolo… della griglia.
La porta c’era. Rossa, sbeccata, con scritto a mano: “Hell’s Kitchen – Entrance Only If You’re on the Highway to Health”.
Entrai.
Un cameriere con gli occhi spiritati mi accolse:
— “Hai prenotato col sangue, il sudore e le lenticchie?”
Annuii. Avevo già fame e due chitarre ritmiche nello stomaco.
Mi sedetti accanto a un tizio che si chiamava Angus (non chiedere), mentre in sottofondo partiva T.N.T. in versione unplugged.
Sul menù:
“Shoot to Tofu” “Salad Made Me Do It” “Dirty Deeds and Roasted Beets” “Let There Be Leek”
Scelsi “Thunderfood”, servito in una mini-cassa Marshall che sprigionava profumo e riff.
Fu un’estasi culinaria. Aveva il gusto dell’ultimo bis di un concerto sotto la pioggia, l’energia di dieci assoli in contemporanea e un leggero retrogusto di paprika.
Quando mi girai per ringraziare lo staff… puff. Il locale era sparito.
Solo una scritta sul muro: “For Those About to Dine… We Salute You.”
Chiedo perdono agli AC/DC.
Grazielladwan
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