HARUT E MARUT, ” GLI ANGELI CADUTI ” DEL CORANO.
La Sura II del Corano, ci racconta di due angeli, Harut e Marut, in continuo contrasto con Dio, dopo la sua decisione di creare l’uomo.
Nella letteratura araba spesso si trovano riferimenti a questi due angeli e molti racconti popolari sono nati per favoleggiare del loro girovagare sulla terra in qualità di giudici , in realtà erano messi alla prova da Dio, stufo delle loro lamentele sull’ignobile comportamento umano.
Questo racconto che mi ha sempre affascinata, vede i due angeli alle prese con una signora sposata: nelle loro vesti di giudici, sovente, dovevano risolvere i problemi che gli umani ponevano loro. Quel giorno una bella signora accompagnata dal marito chiese loro di intercedere perché quest’ultimo riuscisse in un affare che aveva in ballo. Harut e Marut, che avevano visto l’avvenenza della donna le proposero la soluzione del problema in un comodo giaciglio. Ovviamente ognuno parlò all’insaputa dell’altro. La donna accettò e diede ad ognuno di loro l’appuntamento per il giorno dopo. Inutile dire che i due si incontrarono e decisero di presentarsi insieme dalla signora, la quale si presentò in vesti sensuali, per meglio ammagliare i due sprovveduti. Essa infatti aveva ben altri progetti e dopo averli ubriacati li ricattò : ” per avermi dovrete dirmi il Nome Supremo che pronunciato nel giusto modo mi permetterà di andare e venire a mio piacimento dal paradiso! “. Beh! Per i due angeli, a cui Dio aveva a loro insaputa tolto la capacità di non cadere in tentazione, non fu difficile accettare il ricatto della donna e le pronunciarono correttamente il Nome Supremo.
La donna, che non aveva nessuna intenzione di darsi ai due angeli, se ne andò lasciandoli addormentati dal vino, pronunciò le parole e salì al cielo o almeno ci provò, perché Dio la fermo prima del suo ingresso in paradiso trasformandola in una palla di fuoco. La condannò ad essere così per tutti i tempi e tutti gli uomini ad ogni alba avrebbero potuto vederla brillare in cielo, il pianeta Venere.
Graziella Adwan