Eccomi qui a raccontare la convulsa giornata di ieri, il secondo giorno della festa, quello dedicato alla famiglia di origine, quello in cui tutti tornano a casa.
La mattina è iniziata piuttosto tardi, considerate le ore piccole del giorno prima, una sostanziosa colazione a base di marmellate fatte in casa e formaggio, falafel e hummus , tutto accompagnato da pane caldo ai cereali, the , caffè e spremute varie.
Ieri, come anticipato, è stata la giornata dedicata alla famiglia di origine, tutti i figli si sono riuniti nella casa paterna.
La cultura araba vuole che siano i figli maschi che dovranno prendersi cura dei genitori, mentre le figlie femmine andranno a casa del marito, prendendosi cura dei suoceri, per questo motivo la giornata di oggi è dedicata ai figli che non vivono sotto il tetto paterno. Oggi non è più così , le coppie affittano o acquistano case fuori dalla casa dei genitori normalmente.
Dopo la colazione sono iniziati i preparativi per il pranzo, che per intenderci , non si svolge come da noi, è molto difficile organizzare una tavola per una cinquantina di persone, viene perciò addobbato una buffet, per dirla alla nostra maniera, consistente in un piatto unico a base di riso e da verdure, olive, salamoie varie come contorno.
La separazione dei sessi è fondamentale nel mondo arabo, di conseguenza vengono allestiti due buffet in zone separate della casa. Nel nostro caso gli uomini sono rimasti al piano terra con la mamma, non essendoci più mio suocero, mentre noi donne ci siamo organizzate al terzo piano nella casa di mio cognato dove io sono ospite.
La motivazione della separazione dei sessi, è molto semplice: le donne, in genere, coprono il capo o addirittura il volto, potendosi scoprire solo difronte agli uomini con cui non possono sposarsi e non sono molti, visto che è consentito il matrimonio tra cugini primi. Capite bene che in questa condizione non sarebbe facile la socializzazione.
Le donne, una volte da sole, si trasformano. Via i veli, via gli abiti coprenti, via quei visi senza sorriso. Personalmente mi sono sempre ripromessa di non commentare la faccenda del velo, anzi molte volte ho cercato di difendere questa usanza, ma quando vedo i volti di queste donne rinascere, da sotto i veli, mi convinco sempre di più che sono semplicemente obbligate a portarlo. Per obbligate, non intendo che qualcuno con il bastone le obbliga , vi assicuro di no, almeno nella mia realtà , ma la società: i padri e le madri prima ed i mariti poi. È un obbligo morale a cui è difficile ribellarsi.
Tornando alla giornata; una volta organizzato tutto, i famigliari sono iniziati ad arrivare. Dopo saluti ed auguri ci siamo buttati sul cibo, in una maratona durata tutto il pomeriggio. Perché mica finisce tutto con la portata di riso… Ogni famiglia in visita ha portato dolci vari e tutti vengono serviti in vari step nell’arco del pomeriggio. Deliziose Harisse ( torta a base di semolino con mandorle e miele), Knafe ( capelli d’angelo a base di pasta fillo adagiati su un letto di formaggio, tipo mozzarella, filante, il tutto irrorato di miele o sciroppo di zucchero), biscotti a base di datteri, Kataief ( potete vedere la ricetta sul blog ), the, caffè, bibite gassate… Erano più o meno le sei di pomeriggio, quando nella stanza ho contato 32 donne, di conseguenza sotto ci saranno stati altrettanti uomini, bambini esclusi .
Quando tutti se ne sono andati mia cognata mi chiede se andavo con loro dalla sua famiglia: – Scherziamo!!!- avrei dovuto ricominciare tutto da capo e trangugiare ancora cibo…mi sono inventata un mal di pancia, riuscendo così a restare per due ore da sola a darmi una ripulita…
Ma non finisce qui: alle 22:30 rientrano in casa i miei cognati armati di panini di falafel per mangiare qualcosa prima di dormire…!!!!
A domani.