Benyamin Netanyahu ha tuonato così : ” Non accetteremo diktat esterni sui nostri confini “.
Stanno entrando in vigore, venerdì , le nuove linee-guida europee che vieteranno ai 28 Stati membri, ogni genere di cooperazione con insediamenti ebraici in Cisgiordania e in Gerusalemme est , cioè nei Territori occupati da Israele nel 1967.
La risposta non si è fatta attendere ed il Governo di Tel Aviv ha dato il via alla costruzione di circa 1000 nuove abitazioni nelle già esistenti colonie, lungo la linea verde e Gerusalemme est ( Shilo, Kfar Adumin, Galgal ed altre colonie ).
Netanyahu non vuole interferenze sui confini, che secondo lui, sono da discutere esclusivamente con l’altra parte, i palestinesi. Come se in questi anni se ne sia discusso ad oltranza.
Con queste nuove linee-guida Tel Aviv non avrà alcun problema a continuare i rapporti con la U E, ma cambiano le cose per le colonie situate nei territori palestinesi.
David Kriss, portavoce della U E in Israele ha dichiarato: ” Lo scopo delle nuove linee guida è quello di differenziare fra Israele ed i Territori occupati, questo perché Tel Aviv beneficia già di sostegni finanziari dalla U E , ma senza differenziare, assorbe anche i finanziamenti provenienti dalla Palestina “.
Israele, infatti, esporta merci di ogni genere dalle colonie nei Territori occupati non facendo distinzione alcuna. Questo crea un giro di affari, a senso unico, di circa 280 milioni di dollari all’ anno. In questo modo i palestinesi vengono esclusi da introiti e aiuti perché le merci esportate risultano sempre ” Made in Israele “.
I palestinesi sono soddisfatti di questa iniziativa della U E e secondo il loro esponente OLP Hanan Ashrawi: ” Il cambiamento avrà un effetto positivo sulla ripresa delle negoziazioni bilaterali “.
Le linee guida entreranno in vigore venerdì prossimo,staremo a vedere se la volontà della U E riuscirà a superare le minacce di Israele o, se come al solito, ne sarà succube.
Graziella Adwan